Bayesian, il report che svela un'altra verità: cosa non c'era nel manuale di bordo

I rilievi della "Marine accident investigation branch" spiegano come il veliero sia affondato a causa delle cattive condizioni meteo. E a vulnerabilità di cui né il proprietario né l'equipaggio erano a conoscenza

Bayesian, il report che svela un'altra verità: cosa non c'era nel manuale di bordo
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Michael Richard Lynch, per gli amici Mike. Era lui il proprietario del Bayesian, lo yacht affondato durante una tempesta il 19 agosto del 2024. Non un miliardario qualsiasi visto che i soldi - parecchi - li aveva fatti nel campo della tecnologia, soprattutto militare, e che la sua morte è ancora avvolta dal mistero (anche perché due giorni prima era morto mentre faceva jogging il suo socio, Stephen Chamberlain, investito da una 49enne). Attorno al Bayesian, e alle cause che lo hanno portato all’affondamento, circolano parecchie voci, spesso infondate. La domanda fondamentale è una: com’è stato possibile che una nave simile, costata oltre 30 milioni di sterline e che avrebbe potuto tranquillamente solcare gli oceani, sia affondata così facilmente?

Oggi la Marine accident investigation branch, l’organizzazione governativa britannica che ha lo scopo di indagare sugli incidenti marittimi che hanno a che fare con le navi di Sua Maestà, ha pubblicato un nuovo report, che ilGiornale ha potuto leggere, in cui si cerca di fare chiarezza. Almeno per il momento, visto che si parla chiaramente di uno studio provvisorio che potrebbe essere contraddetto o corretto in base a nuove prove.

La nave parte il 14 agosto da Milazzo, in direzione delle isole Eolie, a nord della costa siciliana, e attracca a Cefalù quattro giorni dopo. A bordo ci sono i dieci membri dell’equipaggio e i dodici ospiti, tra cui il proprietario, Lynch appunto. Il vento - si legge nel report - comincia ad essere sempre più forte e così il Bayesian si sposta a Porticello, 25 miglia nautiche più a ovest e si posiziona accanto al Sir Robert Baden Powell. Sono le 21.24. Il mare è ancora calmo, anche se da nord ovest inizia a spirare un vento leggero. I passeggeri si ritirano in cabina e lo stesso fa anche l’equipaggio, consapevole però che il meteo possa cambiare e con l’ordine di essere operativi nel caso in cui il vento dovesse arrivare a 20 nodi o se l’ancora avesse iniziato a trascinarsi. Si legge nel dossier: "Il Primo Ufficiale, il Direttore di Macchina e il Comandante hanno confermato che motori e pompe erano stati avviati e che il Bayesian era pronto a muoversi”. Perché si era compreso che la situazione era critica e bisognava fare qualcosa. Alle 3.55 inizia la pioggia battente e undici minuti dopo, alle 4.06, il vento diventa molto più forte, arrivando a 70 nodi. La nave si inclina, i passeggeri stimano tra i 10 e i 20 gradi. Sono i momenti più difficili. Dal Bayesian vengono lanciati due razzi a paracadute a luce rossa. Le immagini satellitari mostrano che quell’area viene colpita da un mesociclone. Sufficiente per naufragare così la nave? Qui inizia la parte più tecnica del report, la cui conclusione è che, “nella condizione di danno ipotizzata, velocità del vento superiori a 63,4 nodi erano sufficienti a far ribaltare Bayesian. È possibile che Bayesian fosse altrettanto vulnerabile a venti inferiori a 63,4 nodi. Queste vulnerabilità (in condizioni di navigazione a motore con vele ammainate, deriva mobile in posizione alzata e il 10% di materiali di consumo a bordo) non sono state identificate nel manuale informativo sulla stabilità presente a bordo. Di conseguenza, queste vulnerabilità erano sconosciute sia al proprietario che all'equipaggio di Bayesian. Lo studio del Met Office e le osservazioni locali indicavano la probabile presenza transitoria di venti da uragano ben superiori a 64 nodi al momento dell'incidente. Questi venti erano sufficienti a far superare a Bayesian il suo angolo di stabilità”. Così si sarebbe inabissata la nave, inghiottita a 49 metri di profondità.

Con il dramma che si portava a bordo. Il report racconta anche gli ultimi disperati tentativi di salvataggio da parte delle persone a bordo, che hanno cercato di usare i mobili per salvarsi. Sette di loro non ce l’hanno fatta. Tra cui Lynch.

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