
Sono più di 120 gli agenti feriti in due giorni di manifestazioni per la Palestina, di cui alcuni di loro in condizioni serie. Le immagini degli scontri in tv le hanno viste tutti ma il Giornale ha raccolto la testimonianza di Andrea Cecchini, segretario del sindacato della Polizia di Stato Italia Celere, che era sul posto e che ha vissuto sulla propria pelle i disordini di Roma. "Sapevamo con certezza o, perlomeno, con buona probabilità, che qualcosa sarebbe successo, perché erano presenti le frange estreme dei gruppi anarchici e dei centri sociali. Li abbiamo notati subito: erano tanti e si trovavano in mezzo al corteo", ci ha spiegato Cecchini, che sottolinea anche che "è stato bellissimo vedere tanta brava gente che, in realtà, voleva che questi elementi venissero messi ai margini, in modo che non facessero parte del corteo".
La situazione è degenerata all'altezza di San Giovanni, quando hanno iniziato il travisamento, a corteo ormai concluso. A loro, ha proseguito Cecchini, "si sono mischiate anche frange meno estreme, ma comunque legate ai gruppi violenti del movimento studentesco e dell'estrema sinistra. Questi, poi, sono quelli che ci hanno attaccato per primi a Piazza degli Scurini". Nonostante ci sia stato un capillare sistema preventivo di controlli, che ha permesso di sequestrare mazze, bastoni e altri oggetti atti a offendere, "hanno usato per la loro violenza quello che hanno trovato per strada: bottiglie prese dai cassonetti, pali della segnaletica stradale divelti, sassi. Inoltre, avevano tanti petardi ad alto potenziale che hanno lanciato contro i poliziotti". Tante brave persone hanno applaudito i poliziotti durante il corteo, sottolinea Cecchini, mentre i violenti "si sono presentati con questa modalità violenta, travisati come sempre, in stile Black Block, Genova 2001. Poi passiamo noi per i cattivi, ma quando in strada ti presenti con quelle modalità, distruggi le auto – soprattutto della polizia – e gli dai vigili del fuoco (perché questo hanno fatto), non sei una persona che è lì per la pace".
Conoscevano bene le strade, spiega ancora il sindacalista, "hanno sicuramente fatto uno studio capillare dei percorsi per poter attaccarci laddove eravamo non più deboli, ma in minor numero all'inizio. Tuttavia, il posizionamento dei contingenti era stato studiato in modo molto attento e minuzioso, con moltissimi nuclei mobili che si spostavano velocemente". Ci sono stati danni ma, ha aggiunto, "marginali rispetto a quello che avrebbero potuto fare". Il punto chiave degli scontri è stato proprio piazza degli Scurini, dove un primo gruppo è stato fermato ma un altro "è riuscito a scappare ed è stato responsabile di tutti i casini e i danni fatti in Via Merulana, Via Labicana e in tutta quella zona". Questi, dice Cecchini, "sono degli imbecilli che sfruttano ogni occasione. Adesso si chiama Palestina; ieri si chiamava TAV; poi si chiamerà Ponte sullo Stretto di Messina; si è chiamato Global Forum, eccetera, eccetera. Loro sfruttano le occasioni per avere un po' di visibilità, ma non si fanno conoscere, sono tutti travisati e si nascondono, perché non hanno nemmeno gli attributi per rivendicare delle battaglie".
Nonostante tutto, spiega il sindacalista "la gestione dell'ordine pubblico da parte della Polizia di Roma è stata impeccabile". La forza impiegata "era mostruosa, altissima, numerosissima. C’è gente che ha lavorato – me compreso – dalle 7.00 della mattina fino a oltre mezzanotte per una causa giusta: la tutela dell'ordine pubblico. Purtroppo non si sottolinea mai abbastanza quanto noi ci prodighiamo e lavoriamo oltre le nostre misure, oltre i contratti, oltre le regole, oltre tutto". Un impegno scarsamente riconosciuto che appartiene a tutti i poliziotti, che stanno a guardare orari di turni e di riposo se c'è da difendere la collettività, come hanno fatto a Roma, a Torino, a Milano e in tutte le città dove i violenti hanno cercato di far disastri. "Ho letto da qualche parte che una politica (adesso non ricordo il nome) parlava di "Paese fascista" e diceva che gli atteggiamenti fascisti si vedono nelle forze dell'ordine. Ebbene, ieri ero alla fine del corteo, a San Giovanni, dove arrivavano tutti i manifestanti pacifici, e noi abbiamo tutelato loro per far sì che potessero defluire nel modo più armonioso e bello possibile", ha spiegato ancora Cecchini, chiedendosi se un poliziotto fascista agisca e ragioni in questo modo.
"Questi delinquenti hanno rovinato tutto. Certamente non hanno rovinato la piazza a chi ha fatto la bellissima manifestazione, perché l'hanno fatto alla fine. Però il malessere c'era, perché la gente aveva capito che c'erano dei delinquenti in mezzo a loro e non poteva far nulla", ha proseguito nel suo ragionamento, figlio degli umori raccolti durante la giornata. "Qualcuno se ne deve assumere la responsabilità, perché questi violenti, senza queste manifestazioni, non avrebbero visibilità. Loro non vanno da soli a fare casini in mezzo a Roma; si accodano a un gruppo, a una manifestazione. Quella è l'occasione, è la loro platea, è il loro palcoscenico, e loro sono gli attori perversi di un dramma", ha detto ancora Cecchini, sottolineando che ci sono stati agenti che si sono fatti realmente male: "Hanno dato un calcio allo sterno a un poliziotto; non so se abbia due costole rotte, ma vomitava in strada. Non è bello vedere un poliziotto che vomita e sviene per un calcio in petto preso da un delinquente, un figlio di... papà perché comunque sono sempre tutelati".
La cosa grave, ha aggiunto, "è che la signora Cucchi, la signora Salis e tanti altri, ogni volta che i poliziotti fanno qualcosa che per loro è sbagliato, ricominciano la solita tiritera vergognosa sugli identificativi sui caschi dei poliziotti. E quando questi qua ci mandando all'ospedale, l'identificativo a chi devono metterlo in capo? Di questo non ne parlano mai". Sono state fermate correttamente oltre 200 persone, stando ai numeri ufficiali, durante gli scontri finali e, dice Cecchini, "c'erano persone che urlavano: 'Dobbiamo stare con loro per vedere cosa fate a questi poverini, a questi ragazzi!'". Ma questi, prosegue il sindacalista, sono "ragazzacci" che "vanno in piazza, distruggono tutto e poi godono di impunità grazie alla forza di chi li foraggia, li assiste, li tutela e li spesa". Questi personaggi si posizionano all'opposto rispetto alla piazza, e Cecchini ha voluto ringraziare "le persone che hanno manifestato liberamente perché hanno dato un grandissimo segno di democraticità, di democrazia e di umanità. Manifestare per un popolo che soffre è un gesto umano".
A seguito di questa ennesima manifestazione violenta, Cecchini chiede che vi sia la certezza della pena applicata a una responsabilità oggettiva degli organizzatori. "Nel 2018 presentai un disegno di legge in Parlamento affinché gli organizzatori delle manifestazioni di piazza si rendessero responsabili – anche con un'assicurazione – per pagare i danni causati dai delinquenti che si infiltrano. Chiaramente, la responsabilità penale è personale, quindi chi ha bruciato un’auto della polizia o distrutto cassonetti non può essere pagato da qualcun altro. Però la responsabilità oggettiva deve ricadere sugli organizzatori", ha spiegato. Una proposta in tal senso viene oggi portata avanti dalla Lega proprio a seguito dei disordini di questi giorni. "È stato tutto bellissimo, ma dobbiamo anche dire che questi hanno 'rotto le palle' a Torino, a Milano, a Bologna, a Roma, mettendo sotto scacco città e persone perbene. In tutto questo, ci sono poliziotti che lavorano alacremente e che nessuno ringrazia mai", ha proseguito, ringraziando "la Meloni che ci ha ringraziato e omaggiato, così come Salvini e altri politici del centrodestra". Ma, ha aggiunto con una punta di dispiacere, "quello che notiamo noi è che, invece, dal centrosinistra molte volte, anzi, quasi mai, arrivano ringraziamenti. Anzi, addirittura, se noi dovessimo usare un manganello – che è uno strumento datoci dallo Stato per fare il nostro lavoro – allora diventiamo fascisti".
Ci sono problemi, come "la mancanza di regole di ingaggio e protocolli operativi" che poi portano alle criticità viste. "Ho visto una collega con la mano rotta, un collega con le costole rotte. Chi ce li paga? Nessuno ci risarcisce per quei danni subiti.
Non è che se noi sbagliamo siamo responsabili e siamo cattivi, e se invece facciamo bene e subiamo danni "fa niente". Non esiste proprio. Se sbagliamo, c'è la nostra responsabilità; se subiamo un danno, qualcun altro deve assumersene la responsabilità di ciò che ci succede", è la conclusione di Cecchini.