Il caso il Aurélien Largeau (nella foto), lo chef dell’omonimo ristorante all’Hotel du Palais di Biarritz, lussuosa località nel Sud-Ovest della Francia, rilancia il tema della sostenibilità umana delle cucine come luogo di lavoro, che si credeva sorpassato dalla «masterchefizzazione» della nostra vita. Largeau, astro nascente della cucina francese, una stella Michelin, è stato licenziato dal gruppo Hyatt a cui l’albergo appartiene, perché il 2 dicembre avrebbe legato un suo collaboratore nudo a una sedia con una mela in bocca e una carota tra le natiche davanti alla brigata. Una punizione? Un rito di iniziazione? Oppure uno scherzo, come sostengono Largeau e Lucas, il cuochino bullizzato?
Fatto sta che le immagini della gogna sarebbero state condivise (e poi rimosse) sui social. E che sulla vicenda la procura di Bayonne ha aperto un’inchiesta sulla base delle notizie giornalistiche, Largeau ha perso il posto (anche se sul sito del ristorante c’è ancora il suo nome e il menu degustazione da 230 euro) e anche la vittima ha lasciato Biarritz per tornare a lavorare a Parigi, dove dice di essere guardato con sospetto. Certo, difficile non immaginarlo con la carota non sul tagliere.
La Francia ha insegnato al mondo la cultura del ristorante, a Parigi ci sono quasi gli stessi tristellati che in tutta Italia, l’aria da maestrini pedanti i cuginetti non l’hanno mai perduta, ma oggi ci insegnano che nelle cucine regnano ancora comportamenti casermeschi, quelli che Anthony Bourdain raccontò per primo in Kitchen Confidential.
Oggi che tutti si riempiono la bocca con la sostenibilità umana che deve andare di pari passo con quella ambientale, coi turni più umani, con il dialogo nella brigata, con una maggiore presenza femminile in cucina, oggi che le cucine a vista sembrano metterci al riparo da molestie e piatti lanciati, la carota di Biarritz ci fa tornare indietro di trent’anni come le pennette alla vodka.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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