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Da Palermo a New York, quel vecchio padrino che gestiva il racket: 17 arresti nel blitz dell'Fbi

Ancora saldi i rapporti fra i clan newyorkesi e siciliani: gli agenti della polizia di Stato hanno agito in coordinamento con i colleghi dell'Fbi

Da Palermo a New York, quel vecchio padrino che gestiva il racket: 17 arresti nel blitz dell'Fbi
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Maxi blitz delle forze dell'ordine, che questa mattina sono entrate in azione a Palermo e anche a New York. C'era infatti un filo fra le due città, una storia che parla di legami fra clan, italiani e americani, che non si sono mai interrotti. Ed ecco che il Servizio centrale operativo della Direzione centrale anticrimine della Polizia di Stato ha operato in stretta collaborazione con l'Fbi americana, e sotto il coordinamento della Dda di Palermo, per mettere a segno l'ennesimo colpo alla criminalità organizzata.

I fermi

Stamani i poliziotti italiani hanno eseguito un provvedimento di fermo di indiziato di delitto nei confronti di 7 soggetti, tutti indagati a vario titolo per associazione mafiosa ed altri reati connessi, come estorsione, incendio doloso, cospirazione e turbativa d'asta. A partecipare all'operazione gli agenti del Servizio centrale operativo e della Squadra mobile di Palermo, con supporto degli specialisti dei Reparti Prevenzione Crimine, delle unità cinofile, del Reparto volo e alcuni agenti dell'Fbi presenti come osservatori. L'Fbi ha invece avuto un ruolo di primo piano negli Stati Uniti: alcuni agenti della Federal Bureau of Investigation hanno infatti eseguito l'arresto di 10 persone sempre per i reati di associazione mafiosa.

blitz polizia e Fbi

In totale, dunque, in queste ultime ore sono stati effettuati ben 17 fermi, che hanno coinvolto anche il famoso clan Gambino. "La Polizia di Stato, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Palermo, sta eseguendo un provvedimento di fermo di indiziato di delitto nei confronti di 7 indagati, ritenuti responsabili, a diverso titolo, dei delitti di associazione mafiosa ed altri reati connessi", si legge nel comunicato ufficiale delle forze dell'ordine. "L'operazione vede coinvolti investigatori italiani della Polizia di Stato, appartenenti al Servizio Centrale Operativo e alla Squadra Mobile di Palermo, coadiuvati da personale specializzato dei Reparti Prevenzione Crimine, delle unità cinofile, del Reparto volo ed Agenti speciali dell'F.B.I., in qualità di osservatori. Contestualmente, investigatori dell’F.B.I stanno eseguendo a New York, 10 misure restrittive a carico di soggetti indagati per analoghi reati", prosegue la nota.

Le indagini, stando a quanto dichiarato dagli inquirenti, sono cominciate nell'aprile del 2021 e sono state possibili grazie alla collaborazione tra il Servizio Centrale Operativo e l'Fbi. Nel corso dei mesi non sono mancati scambi di informazioni, con diversi servizi di osservazione transfrontaliera che hanno visto interessate le città di Palermo, Roma e New York.

Il "vecchio padrino" Francesco Rappa

Le indagini condotte dalle forze dell'ordine hanno evidenziato il ruolo cruciale del boss di Borgetto Francesco Rappa. Oggi 81enne, l'anziano capo è infatti tornato a guidare il clan dopo essere stato a lungo dietro le sbarre. Venne preso a New York nel 1971 dopo essere stato trovato con 82 km di eroina nascosti nella Cadillac imbarcata a Genova. Poi, nel 2004, finì in manette per associazione mafiosa. Il boss finì nel mirino del vicequestore Boris Giuliano che prima della sua morte portò alla luce un fitto traffico di stupefacenti fra l'Italia e gli Stati uniti: all'aeroporto Punta Raisi di Palermo vennero sequestrate due valigie con 500 mila dollari e pochi giorni dopo, a dimostrare i rapporti fra le parti, furono rinvenute allo scalo di New York delle borse contenenti eroina che provenivano proprio dall'aeroporto palermitano.

Secondo gli inquirenti, ci sarebbe proprio Rappa dietro ai rapporti fra i clan siciliani e newyorkesi.

Il ruolo della famiglia Gambino

Nota per la celebre inchiesta "Pizza Connection" portata avanti da Giovanni Falcone negli ormai lontani anni Ottanta, il clan newyorkese dei Gambino è tornato a far parlare di sé quest'oggi, essendo coinvolto nel recente blitz. Ciò è stato possibile perché nel corso degli anni le famiglie americane hanno continuato ad avere rapporti con i clan siciliani, specialmente con quelli di Torretta, Partinico e Borgetto.

Le parti hanno continuato ad intessere affari, come derivati dagli agenti della Dda di Palermo. I "cugini" americani hanno adottato il modus operandi dei loro contatti italiani, scegliendo una linea meno violenta ma efficace da applicare nei confronti di ristoratori ed esercenti. Non sono mancati, inoltre, numerosi taglieggiamenti ai danni di imprese edili newyorkesi.

Frank Calì
il boss Francesco "Frank" Calì

I legami col boss Frank Calì

Accertato il ruolo nel sodalizio di esponenti di spicco della mafia newyorkese legati al boss Frank Calì, deceduto nel marzo 2019. Francesco Paolo Augusto Calì, conosciuto anche come Frank Calì o Frankie Boy, legato ai Gambino, viene considerato come uno dei tramiti fra la mafia statunitense e quella siciliana.

Fu arrestato nel febbraio 2008 nel corso dell'operazione Old Bridge e con lui vennero presi altri 62 presunti affiliati. Dopo la condanna nel 2008 e la scarcerazione nel 2009, fu addirittura considerato come il boss della famiglia Gambino. Venne assassinato nel marzo 2019, a 53 anni.

Fu ucciso a colpi di arma da fuoco.

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