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Per la Cgil vale tutto: congressi in università durante le ore di lezione

A Teramo e Torino il sindacato organizza il congresso negli atenei. Scoppia la polemica. Fdi: "Scuole e università usate come sedi distaccate della sinistra"

Per la Cgil vale tutto: congressi in università durante le ore di lezione

Prima l'inno sovietico (guarda video), ora l'okkupazione delle università. La Cgil torna a farsi notare. Nelle scorse settimane il sindacato ha, infatti, tenuto due congressi all’interno degli atenei pubblici di Teramo e Torino. "Riunioni deliberatamente politicizzare nelle quali sono stati anche esibiti simboli identificativi e con chiaro indirizzo politico", fanno sapere i deputati di Fratelli d'Italia, Chiara La Porta e Fabio Roscani, che hanno presentato un’interrogazione al ministro dell'Università e della Ricerca Anna Maria Bernini. "La fruizione degli spazi universitari a soggetti esterni all’Ateneo deve essere sempre verificata scrupolosamente nel rispetto dei principi di pluralità e libera espressione".

"La presenza assidua nelle università della Cgil, che non nasconde di certo la sua appartenenza politica agli schieramenti di sinistra, è simbolo dello strapotere che essi esercitano ormai da decenni nei luoghi di studio e sviluppo di pensiero critico: università comprese", racconta a ilGiornale.it Nicola D’Ambrosio, Presidente di Azione Universitaria. "Ci chiediamo come le organizzazioni di eventi di rinnovo dei vertici del sindacato, possano passare come iniziative d’interesse istituzionale o di elevato rilievo per la comunità universitaria. Una fruizione totale e indiscussa degli spazi universitari, la quale appare abbastanza discutibile vista la difficoltà della parte politica opposta nell’organizzare un semplice evento culturale, che si trova fuori la sfera di nomine".

L’uso degli spazi universitari sarebbe riservato a eventi collegati ad essi o di interesse nazionale e istituzionale, condizioni in cui sicuramente non rientrano i congressi sindacali. "È sempre la solita storia - spiega La Porta spiega a ilGiornale.it - luoghi terzi come scuole ed università usati invece a proprio uso e consumo come sedi distaccate della sinistra per eventi e comizi di parte in barba alla terzieta di essi".

Ma c’è di più. E cioè i costi che la Cgil avrebbe o avrebbe dovuto pagare agli atenei. L'interrogazione parlamentare verte anche sulla possibile concessione gratuita che i rettori di entrambe le università potrebbero avere fatto alla Cgil. Eppure, stando al regolamento del 2022, l'ateneo di Teramo prevede infatti che per l'uso dell'aula magna, dove si è tenuto il congresso, con una capienza di 556 posti, sia previsto un costo giornaliero di circa 860 euro per eventi esterni". Stesso dicasi per l’università piemontese che prevede una tariffa oraria esonerando la contribuzione solo per mostre, eventi scientifici o umanitari direttamente promossi dall’ateneo. Al momento, però, non risultano note le modalità con cui questi congressi siano stati organizzati, peraltro durante le ore di lezione.

Nell’interrogazione i deputati di Fratelli d'Italia chiedono "una verifica sulle condizioni alle quali è stata concessa la fruizione degli spazi universitari, tanto dal punto di vista economico, quanto dal punto di vista della tipologia degli eventi stessi che va valutata in base a criteri scrupolosi nel rispetto dei principi di pluralità e libera espressione".

"Per troppo tempo la politicizzazione di questi luoghi è stata consentita fino anche ad essere considerata giusta e normale quando non lo è per niente - conclude l’onorevole la Porta - Combatteremo affinché questi luoghi tornino ad essere davvero luoghi di ricerca, di studio, di approfondimento , di formazione e di stimolo per gli studenti tutti".

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