L’Osservatorio Permanente Giovani-Editori ha celebrato oggi il suo 25° anniversario, confermando il proprio ruolo centrale nella formazione di oltre un milione di studenti italiani ogni anno. Nel corso dell’evento, tenutosi al Salone delle Fontane all’Eur, è stato lanciato «Doubt and Debate», una piattaforma multimediale che mira a combattere la disinformazione e a sviluppare il pensiero critico e della quale Il Giornale è uno dei partner italiani. Alla manifestazione ha partecipato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha dialogato con una platea di circa mille studenti, sottolineando l’importanza di valori come la media literacy, lo spirito critico e la partecipazione democratica.
Le parole del Presidente Mattarella
Nel suo intervento, Mattarella ha evidenziato l’importanza dell’educazione critica: “Fin dagli esordi, l’Osservatorio si è proposto di sviluppare lo spirito critico dei giovani attraverso la proposta di una lettura delle fonti plurali d’informazione: il giornale in classe, per avere cittadini consapevoli ed esigenti.” Il Presidente ha posto l’accento sul valore dell’intelligenza umana e sulla necessità di utilizzarla per affrontare le sfide delle innovazioni tecnologiche, ribadendo che “l’obiettivo principale deve essere sviluppare l’intelligenza delle persone, perché ad essa si accompagnano consapevolezza e coscienza, di cui le macchine sono prive.”
Mattarella ha anche esortato i giovani a fare propri i valori della Costituzione e a confrontarsi con opinioni diverse: “L’invito che viene da questa assemblea è ‘dubita e dibatti’. Si tratta di un percorso che vi attende nella vostra vita, in cui vi sarà prezioso lo spirito critico. Essere vigili custodi dei valori della nostra comunità.”
L’impegno dell’Osservatorio nei progetti educativi
Andrea Ceccherini, presidente dell’Osservatorio, ha evidenziato la mission costitutiva dell’associazione: accompagnare i giovani nel loro percorso di crescita civile e democratica. «È lo spirito che ha fatto nascere i progetti dell'Osservatorio Permanente Giovani-Editori e in particolare quello con cui ha fatto il suo ingresso quasi 25 anni fa il ‘Quotidiano in Classe’. È un’iniziativa di media literacy che rincorre l'ambizione di aprire di più gli occhi dei ragazzi sui fatti che accadono nel mondo».
Ceccherini ha ricordato anche il valore del progetto Young Factor, nato 10 anni fa. «Un progetto di educazione economico-finanziaria che ha l'obiettivo di rendere i giovani più padroni dei propri mezzi. Primi fra tutti quelli economici e finanziari, convinti come siamo che l'ignoranza costa e che l'ignoranza economico-finanziaria costa un prezzo che nessun paese oggi può più permettersi», ha detto.
Il presidente dell’Osservatorio ha infine ringraziato gli insegnanti. «Nulla avremmo potuto senza l'opera appassionata e generosa degli insegnanti italiani. Sono loro i veri artefici di questo straordinario percorso di cittadinanza», ha sottolineato.
«Doubt and Debate»: un progetto per il futuro
Grande rilievo è stato dato al nuovo progetto internazionale «Doubt and Debate», una piattaforma multimediale che mira a combattere la disinformazione e a sviluppare il pensiero critico. Il Giornale è una delle testate italiane coinvolte nella partnership internazionale che annovera CNN, The New York Times e The Wall Street Journal e collaborazioni con Rai e Mediaset. Il progetto aiuta gli studenti a confrontarsi con opinioni diverse e ad affrontare le sfide dell’era digitale. “Doubt and Debate” rappresenta l’impegno dell’Osservatorio nel rendere i giovani cittadini informati e consapevoli, capaci di distinguere il vero dal falso e di partecipare attivamente alla vita democratica.
«Siamo soddisfatti di essere parte del panel delle testate coinvolte. Questo porterà ad una internazionalizzazione della diffusione», ha commentato Nicola Speroni, Ceo dell’editrice del Giornale.
«È un progetto che ha dei valori elevati di lotta alle fake news e di promozione dello spirito critico, ossia migliorare la consapevolezza dei cittadini», ha aggiunto rimarcando che «già questo è un buon motivo per esserci, ancor di più per il fatto che abbia una dimensione internazionale».
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