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"Sciopero strumentale". Cospito resta al 41 bis, "no" dei giudici ai domiciliari

Il tribunale di sorveglianza ha detto no alla richiesta di domiciliari avanzata dai legali dell'anarchico. Per i giudici le condizioni di salute dipendono da una scelta del detenuto

"Sciopero strumentale". Cospito resta al 41 bis, "no" dei giudici ai domiciliari

Niente da fare per Alfredo Cospito. Il tribunale di sorveglianza di Milano ha depositato questa mattina l’ordinanza con cui viene respinta la richiesta di detenzione domiciliare avanzata dall’anarchico, in sciopero della fame da oltre cinque mesi e attualmente detenuto nel reparto carcerario di massima sicurezza nell’ospedale San Paolo di Milano.

Nel corso dell’udienza di venerdì scorso, tenuta all’interno del reparto ospedaliero, Cospito era tornato a spiegare ai giudici i motivi della sua battaglia contro il 41 bis, il trattamento di carcere duro previsto per i detenuti considerati di estrema pericolosità. Al giudice Giovanna Di Rosa, che lo sollecitava a riprendere ad alimentarsi, l’anarchico aveva posto come condizione o il suo spostamento dal 41 bis o in alternativa un provvedimento analogo in favore di alcuni detenuti over 80.

Condizioni entrambe inaccettabili. Così oggi i giudici rigettano la richiesta di Cospito. Le condizioni di salute sono sicuramente gravi, ma sono frutto di una libera scelta del condannato. Concedere i domiciliari a Cospito - questo in sostanza il ragionamento del tribunale - porterebbe a creare un precedente a disposizione di tutti i reclusi al 41 bis. La stessa decisione è stata presa anche dal tribunale di Sassari, investito anch’esso della questione.

L’estremista divenuto un simbolo per violenti e antagonisti di tutta Europa resta quindi detenuto e continua a digiunare: fino alla morte, promette lui.

Anche per poter intervenire tempestivamente in caso di crisi, il tribunale ha disposto che rimanga rinchiuso nel reparto del San Paolo e non ritorni nel carcere di Opera.

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