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Finita la "tregua" a Lampedusa: così sono ripresi gli sbarchi

Ong e imbarcazioni improvvisate sono tornate ad affollare il canale di Sicilia. Raffica di avvistamenti e segnalazioni mentre il governo lavora ad una nuova stretta

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Torna a suonare l’allerta nel canale di Sicilia. Dopo una tregua di cinque giorni dovuta al mare agitato, le flotte di barchini, battelli e navi delle Ong sono tornate a navigare verso Lampedusa. La giornata di domenica 10 settembre è stata un susseguirsi di avvistamenti e richieste di soccorso arrivate al comando centrale della Capitaneria di porto dell’isola.

Nel pomeriggio si è sfiorata la strage quando il gonfiabile a chiglia rigida della Ong Sea Punk 1 si è forato durante le operazioni di soccorso di circa 40 migranti. Il gruppo è stato trasbordato in sicurezza sulla nave principale grazie all’intervento della Nadir, una barca a vela dell’organizzazione non governativa tedesca Resqship. Nello stesso momento, Frontex ha comunicato l’avvistamento di un’altra imbarcazione con a bordo una cinquantina di persone in area Sar maltese, già segnalata poco prima da un elicottero delle fiamme gialle.

In viaggio verso la maggiore delle isole Pelagie vi era anche un peschereccio, che trasportava 150 migranti. Il natante è stato soccorso da una motovedetta della guardia di finanza. Segnalazioni di partenze sono arrivate anche da Sfax, in Tunisia. Anche la Ocean Viking ha fatto la sua parte, prendendosi carico di 69 persone e comunicando di aver avvistato una barca di legno con a bordo anche donne e bambini.

Verso sera, i volontari della Croce rossa e i carabinieri si sono recati al molo Favarolo, per garantire la prima accoglienza ai migranti appena sbarcati e occuparsi del loro immediato ricollocamento all’hotspot di contrada Imbriacola, nella parte centrale dell’isola. Dopo la raffica di trasferimenti effettuati dalla polizia su disposizione della prefettura di Agrigento, nella struttura sono rimaste solo 19 persone, tra cui 14 minori non accompagnati.

L’emergenza migranti, dunque, continua a far sentire tutto il suo peso. Dopo la stretta sulle Ong, il governo ha fatto sapere di essere al lavoro per rendere più rapide le verifiche sui profughi che si fingono minorenni per godere dei benefici di legge. La premier Giorgia Meloni, in occasione del G20 di Nuova Dehli, ha annunciato di voler lavorare più approfonditamente con i partner africani per mitigare le condizioni che portano molte di queste persone ad abbandonare i loro Paesi e promuovere flussi migratori regolarizzati. Intanto però i numeri della crisi continuano ad aumentare. Secondo i dati del Viminale, nei primi sette mesi del 2023, gli sbarchi sono stati 89.158, più del doppio rispetto allo stesso periodo del 2022 (41.

435).

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