
Un’evasione da film, col buco nella cella e le lenzuola per calarsi in strada. È scappato così dal carcere minorile di Bari, ieri notte, un 17enne napoletano, che era finito dietro le sbarre per omicidio e altri reati. Le porte della cella del carcere barese Fornelli si erano chiuse dietro di lui a dicembre scorso, e vista la fedina penale il ragazzo non sarebbe dovuto uscire molto presto. Ma nella notte tra sabato e domenica, in poche ore il detenuto ha scavato il tufo del muro della sua cella fino a ricavarne un buco sufficiente a infilarcisi. Da lì, con le lenzuola annodate come da copione, è sceso nel giardino, passando davanti all’alloggio del direttore del carcere per poi riconquistare la libertà. Polizia e carabinieri lo cercano finora invano, ma il timore è che all’esterno della struttura qualcuno lo stesse aspettando per “favorire” la sua fuga. Che riaccende le luci sulla situazione critica delle carceri italiane, alle prese con carenze di organico tra il personale e, dall’altra parte, sovraffollamento degli “ospiti”. E infatti il segretario nazionale del sindacato di polizia penitenziaria Sappe, Federico Pilagatti, chiede a gran voce una ispezione ministeriale “che ascolti i lavoratori”, a quanto pare “esasperati da una gestione della sicurezza che fa acqua da tutte le parti”. Secondo il Sappe, i poliziotti penitenziari del Fornelli sono costretti a turni troppo lunghi, dalle 14 alle 7, “e il poliziotto il servizio – spiega Pilagatti – nella sezione dove c’è stata l’evasione non fruiva di riposo da 23 giorni”.
Ma se la fuga con buco e lenzuola sembra incredibile nel 2025, ancora più incredibile è constatare che vi sono precedenti recenti nella stessa struttura. A settembre scorso quattro giovani detenuti erano già riusciti a scavare il buco nel tenero tufo del muro quando sono stati sorpresi dagli agenti di polizia penitenziaria insospettiti dal baccano. E poco tempo fa altri tre ospiti del fornelli erano andati anche oltre, riuscendo a lasciare la cella ma venendo fermati dalla polizia nei pressi del cancello di entrata, a pochi metri dalla fuga, e s’erano arresi solo dopo aver malmenato un po’ di agenti mandandoli in ospedale.
Così, mentre si cercherà un modo per migliorare le condizioni di sicurezza, un omicida è a spasso a piede libero. Un altro punto delicato, sul quale il segretario del Sappe chiede una modifica del codice penale: “Va rivisto per quanto riguarda i minori che sono oltremodo tutelati – conclude Pilagatti - nonostante l’efferatezza e la gravità dei reati commessi”. Per non dire della frequenza.
Ancora il numero uno del sindacato, infatti, rimarca come “in Italia la percentuale dei reati commessi da minori sul totale è passata dal 4 per cento del 2023 all’11,8 dello scorso anno”. Quando basta per chiedere di correre ai ripari, sperando che la toppa non sia peggiore del buco (nel muro).