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"Potrebbe colpire ancora". Il pericoloso "fantasma" che ha terrorizzato Termini

Il polacco autore dell'aggressione a Termini non ha mai parlato dopo l'arresto ma per gli inquirenti non ci sarebbero aggravanti a suo carico

"Potrebbe colpire ancora". Il pericoloso "fantasma" che ha terrorizzato Termini

Ora che Aleksander Mateusz Chomiak è stato fermato, gli investigatori possono andare a fondo per capire le ragioni dietro l'accoltellamento della turista israeliana nella notte di capodanno alla stazione Termini di Roma. L'uomo, un senzatetto polacco di 26 anni, si trova in Italia da 8 mesi ed è stato fermato alla stazione Centrale di Milano. La procura del capoluogo lombardo per il momento non ha contestato al polacco nessuna aggravante, tanto che sembra confermarsi l'ipotesi che dietro l'accoltellamento non ci siano particolari motivi legati alla provenienza e alla religione della donna.

Le accuse per lui restano quelle di tentato omicidio e porto d'armi. Indosso gli sono stati trovati due coltelli da cucina da 20 centimetri e un taglierino da 19 centimetri ma tra queste non sembra esserci l'arma che ha utilizzato per colpire la ragazza, che immortalata nel fotogramma del video dell'aggressione sembrerebbe essere più piccola. Nelle esigenze cautelari disposte dal pm di Milano, Aleksander Mateusz Chomiak deve rispondere del pericolo di fuga e di reiterazione del reato. Secondo il pubblico ministero, infatti, c'è la possibilità che possa colpire ancora. Nella richiesta di convalida del fermo si parla di un fatto "grave e allo stato privo di motivazione", che ha nessun aspetto terroristico, motivazioni razziali o aggravanti.

Anche se non si può al momento escludere, ed è una possibilità ipotizzabile, con quanto hanno in mano gli inquirenti non si può sapere se il polacco soffra di problemi psichiatrici. Non ci sono documenti che l'attestino e nelle fasi dell'arresto e in quelle successive non ha mai detto nulla ed è parso tranquillo. "Un fantasma che si aggirava in giro per l'Italia che si è reso autore di un atto illogico", viene definito da fonti investigative Aleksander Mateusz Chomiak, che si trova recluso nel carcere milanese di San Vittore, dove verrà interrogato nel pomeriggio.

Si ipotizza che possa aver scelto a caso la vittima, anche perché niente al momento fa supporre che l'avesse già incontrata in stazione o che la conoscesse in qualche modo. E la stessa vittima, ascoltata dagli inquirenti, ha negato di averlo conosciuto prima o di essersi sentita pedinata in qualche modo nei minuti e nelle ore precedenti l'aggressione. Chomiak non parla italiano, è sempre rimasto in silenzio dal momento del suo arresto e non è ancora chiaro come abbia fatto a raggiungere la stazione di Milano.

Le telecamere di sorveglianza della stazione Termini di Roma lo riprendono fino a circa 10 minuti dopo l'accoltellamento. Poi più nulla, del polacco scompare ogni traccia finché non viene notato dalla coppia di carabinieri, tra le 16 e le 17 di ieri, a bordo di un treno ancora fermo alla stazione Centrale e che doveva partire in direzione Brescia.

Ora sarà fondamentale analizzare tutte le telecamere della stazione di Milano per verificare il suo arrivo.

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