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“Infinita gratitudine”. Così l’assessore elogia chi ha bruciato il fantoccio di Meloni

Mentre Mattarella condanna il rogo dei manichini di Meloni, la sinistra tace e, anzi, ringrazia i manifestanti che erano presenti durante uno degli episodi a Roma

Foto dal profilo Facebook di Luca Blasi
Foto dal profilo Facebook di Luca Blasi
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In Italia esiste un problema democratico ma non proviene dalla parte da sempre additata come sovversiva. Le parole di Sergio Mattarella, che dal Quirinale ha lanciato un monito molto forte, senza destinatari espliciti ma, nella sostanza, molto chiari. "Si assiste a un'intollerabile serie di manifestazioni di violenza: insulti, volgarità di linguaggio, interventi privi di contenuto ma colmi di aggressività verbale, perfino effigi bruciate o vilipese, più volte della stessa presidente del Consiglio, alla quale va espressa piena solidarietà", ha detto il Presidente della Repubblica. A cosa fa riferimento il capo dello Stato quando parla di "effigi bruciate e vilipese"? Gli esempi in tal senso sono numerosi ma l'ultimo in ordine di tempo si è registrato a Roma durante una manifestazione per ricordare Valerio Verbano, militante vicino all'area di Autonomia Operaia, durante il quale è stato bruciato un fantoccio con le sembianze del premier Meloni.

Un atto esecrabile davanti al quale la sinistra ha preferito restare in silenzio. O, meglio, davanti al quale ha preferito non condannare. Perché sul profilo di Luca Blasi, assessore nel Municipio 3 di Roma, nonché esponente dei centri sociali, quella manifestazione non sono non è stata stigmatizzata ma è stata addirittura elogiata. "Non ho parole. Solo infinita gratitudine per la Roma Antifascista e per il mio quartiere. Una intera zona mobilitata: compas, maestre e professori, writer e grafici, creativi e attacchinatori folli, la banda del Tufello, amministratori locali, studentesse e studenti, manovali e scrittori, disoccupati e precari. La nostra gente, l’altra faccia. Avanti uniti!", scrive Blasi nel suo profilo, condividendo una foto della manifestazione. Lui stesso pare fosse presente alla manifestazione. Anche da Roberto Gualtieri per il momento nessuna condanna per l'accaduto.

Non è chiaro quale sia il riferimento di Blasi quando parla di "altra faccia", perché quella che è scesa in piazza a bruciare il manichino di Meloni è una frangia violenta davanti alla quale la democrazia esigerebbe condanna. L'amministrazione locale del Municipio 3, con la sua nomina, ha completato lo slittamento verso l'estremismo di sinistra, portando nella giunta di Municipio un esponente degli antagonisti. Blasi, nell'ottobre 2022, è subentrato al dimissionario Christian Raimo, insegnante e giornalista che cammina sul solco ideologico di un simil-Saviano.

La sua uscita dal Municipio 3 sarebbe anche stata una buona notizia per i cittadini ma il subentrante, come si è dimostrato in varie occasioni e anche in quest'ultima, riesce perfino a farlo rimpiangere. Da Blasi, ora, soprattutto dopo le parole di Sergio Mattarella, ci si aspetta una condanna ferma per il rogo del manichino del premier.

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