
Previsto per oggi alle 10 lo sciopero organizzato al Terminal 1 di Malpensa dal sindacato Usb, a cui ha aderito anche il Cub, per i contratti di lavoro, la situazione nella Striscia di Gaza e per esprimere il sostegno all'iniziativa della Flotilla. I primi membri dell'organizzazione sono arrivati poco dopo le 9, e hanno iniziato a mettere le bandiere del sindacato e a montare gli speaker. Per il momento, nessun vessillo della Palestina in vista. Le forze dell'ordine sono già presenti sul posto: tre camionette della polizia e due volanti, oltre ai carabinieri.
Poco dopo le 10.00, sono arrivate le prime persone con la kefiah al collo, e trpe giovani hanno portato una bandiera della Palestina e una dei Giovani palestinesi. Presente anche un gruppetto di Cambiare Rotta e, tra le poche decine di persone presenti, uno indossa una pettorina e sventola una bandiera del Movimento 5 Stelle.
La manifestazione è iniziata poco prima delle 11, con un intervento che ha spiegato il motivo dello sciopero: contratti per i lavoratori aeroportuali di cui sono insoddisfatti e sostegno alla Flotilla, e opposizione alla guerra nella Striscia e all'invio di armi a Israele. Dopo l'intervento, dai pochi presenti si è levato un coro di "Free Palestine".
Nel secondo intervento, un rappresentante dell'Usb si è scagliato contro quella che ha definito come "economia bellica", puntando il dito contro i programmi di riarmo europei. Immancabile l'attacco al governo Meloni, definito "fascista", pur riconoscendone le apertura alla creazione dello Stato di Palestina. Poi, la chiamata all'intifada e alla rivoluzione.
Successivamente, ha parlato una rappresentante degli studenti, che oltre agli appelli per lavoratori e Palestina, ha puntato il dito contro la Cgil per uno sciopero "imbarazzante" e ha espresso la volontà delle frange studentesche di bloccare il Paese tutto per fermare le spedizioni verso lo Stato ebraico, al grido "Non un chiodo per Israele".
La rappresentante dei giovani palestinesi che ha preso il microfono ha accusato l'Italia di essere un pilastro del genocidio palestinese e ha invitato a prendere esempio dalla resistenza della popolazione di Gaza e della Cisgiordania. E ha anticipato lo sciopero del 4 ottobre a Roma con le realtà palestinesi. E di nuovo, il richiamo alla rivolta e all'intifada "fino alla vittoria".
Dopo gli interventi, i presenti hanno dato il via ad un piccolo corteo diretto verso l'area cargo. Al momento dell'annuncio, la polizia ha indossato l'equipaggiamento antisommossa.
Il corteo si è mosso verso l'area cargo scortato da polizia e carabinieri, con in testa un cartello con la scritta "Non un chiodo per Israele". Durante il movimento, i manifesti hanno intonato cori, principalmente per la Palestina. Le frange pro Pal sono quelle che sicuramente fanno più rumore.
All'arrivo al picchetto nella zona cargo, si sono levati altri cori pro Pal, i mantra ormai arcinoti.
Ma sopra tutto, di nuovo, la chiamata all'intifada, così come la definizione del 7 ottobre come "atto rivoluzionario". Cori anche contro Leonardo, definita "assassina". Le forze dell'ordine per si tengono a distanza, presidiando la zona.