Incidente di Milano, il 13enne alla guida scappa dalla comunità: ritrovato vicino al campo nomadi

La polizia lo ha rintracciato dopo diverse ore nei pressi del campo nomadi dove è cresciuto e da dove è scappato con la famiglia

Incidente di Milano, il 13enne alla guida scappa dalla comunità: ritrovato vicino al campo nomadi
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Il 13enne alla guida dell'auto che ha falciato Cecilia De Astis è riuscito a scappare dalla comunità in cui la procura ha deciso di mettere i minori per allontanarli dall'ambiente familiare, considerato inadeguato per crescere. Il 13enne si trova attualmente a Bergamo e il suo obiettivo era riuscire a raggiungere il campo nomadi dove è cresciuto, a sud di Milano, a poca distanza dal luogo dell'incidente. È stato ritrovato alle 18 a circa 4 km di distanza dal campo nomadi di via Selvanesco ed è stato riaccompagnato a Bergamo dagli agenti.

È lui che guidava l'auto che lunedì mattina ha colpito in pieno la 71enne che stava passeggiando lungo il marciapiede. Agli investigatori che l'hanno interrogato ha riferito che la vettura non aveva freni adeguatamente funzionanti e che, quindi, in curva ha perso il controllo. L'auto, una Ds4 rubata da una famiglia francese in vacanza a Milano, ha attraversato tutto il marciapiede e poi è finita in mezzo alla strada, dove i minori l'hanno abbandonata prima di scappare. Hanno raccontato di aver trascorso la giornata dopo l'uccisione di Cecilia De Astis in un centro commerciale poco distante.

Un quarto ragazzino che era con il 13 enne, con il fratello di 12 e con una ragazzina di 11 anni è ancora irrintracciabile. Tutti gli altri sono stati fermati dagli agenti di polizia in Piemonte. La ragazzina si trovava con la nonna a bordo di un furgone sull'autostrada in direzione di Ventimiglia. Per tutti loro la procura dei minori ha imposto il divieto di espatrio. Per i tre minori rintracciati è stato nominato un "curatore speciale/difensore" e il 27 agosto si terrà davanti al Tribunale dei Minori l'udienza di comparizione per i genitori. Durante l'udienza davanti a un giudice togato e uno onorario anche i ragazzini potranno prendere la parola e, sentiti i genitori, saranno decisi i provvedimenti più adeguati nel loro interesse. Il più probabile è il trasferimento in una comunità.

L'allontanamento dei minori è stato deciso perché "moralmente e materialmente" abbandonati ed esposti "nell'ambiente familiare a grave pregiudizio e pericolo" per la propria "incolumità psicofisica".

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