L'allarme della polizia penitenziaria: carceri sovraffollate, 122 detenuti per ogni 100 posti

La situazione cambia di regione in regione. Caso particolare la Puglia, dove i carcerati sono quasi il doppio rispetto a quanti le strutture potrebbero ospitarne

L'allarme della polizia penitenziaria: carceri sovraffollate, 122 detenuti per ogni 100 posti
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Che il sovraffollamento delle carceri italiane resti un problema lo dicono i numeri. Al 31 maggio di quest'anno, sono reclusi negli istituti penitenziari - a fronte di 51.296 posti disponibili - 62.761 detenuti, quindi ogni 100 posti ci sono 22 “ospiti” di troppo. Ma la situazione non è uguale ovunque, e vi sono differenze marcate tra regione e regione. Se in alcune aree i numeri restano contenuti, e in alcuni casi il problema nemmeno esiste, in altre la situazione ha ormai superato i livelli di guardia, con gravi ricadute sulla sicurezza, sulla dignità dei detenuti e sulle condizioni di lavoro del personale penitenziario.

Lo rivela una nota diffusa dal Sappe, il Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria, che ha presentato un esposto alla Corte dei Conti e accusa il Dap di aver gestito, per quanto detto sopra, in modo poco equilibrato la distribuzione dei detenuti sul territorio nazionale.

A finire sotto la lente d'ingrandimento è in particolare la situazione in Puglia, regione che secondo i dati ufficiali conta 4.388 detenuti a fronte di 2.945 posti regolamentari. E per il Sappe peraltro la capienza reale sarebbe inferiore a 2.650 posti, a causa di sezioni chiuse per ristrutturazione, con un tasso di sovraffollamento che tocca dunque quota 170%, e con punte critiche anche per le carenze di personale, come dimostra secondo il sindacato il caso del carcere di Foggia, dove a fronte di oltre 660 detenuti risulterebbero in servizio solo tre educatori.
Numeri elevati si registrano anche in altre regioni del Centro-Sud, come il Lazio (6.729 detenuti per 5.295 posti, circa il 127%) e la Campania (7.572 su 6.197, circa il 122%). Al contrario, la Sardegna ha 2.298 detenuti su 2.614 posti disponibili; il Trentino-Alto Adige 499 su 510; la Valle d’Aosta appena 137 per 181 posti.

“Una gestione più razionale consentirebbe condizioni più dignitose per i detenuti e maggior sicurezza per i poliziotti”, denuncia il Sappe, che critica anche il metodo di calcolo adottato dal Dap per lo spazio minimo vitale, che in Italia, in contrasto con quanto stabilito dalla giurisprudenza europea, includerebbe anche lo spazio occupato dal letto.

Il sindacato in particolare sollecita alcuni interventi strutturali: trasferimento degli stranieri nei Paesi d’origine, invio dei tossicodipendenti in comunità, strutture dedicate per i detenuti con disturbi psichiatrici, miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie e, infine, contrasto ai droni che in barba a ogni controllo riescono a portare droga e telefoni nei penitenziari.

“Abbiamo segnalato tutto questo per anni a

governi di ogni colore – scrive il Sappe – senza ottenere risposte. Ora non ci resta che l’esposto, per fermare un’emorragia di diritti e di risorse pubbliche”, conclude il segretario nazionale del Sappe, Federico Pilagatti.

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