Il folle appello per i rave e la raccolta firme per gli arrestati di Modena. "Legalizzate i ‘free’ party"

I ravers parlano di abuso da parte delle autorità per aver tentato di identificare i partecipanti alla festa illegale di Modena e chiedono che ci sia "tolleranza"

Il folle appello per i rave e la raccolta firme per gli arrestati di Modena. "Legalizzate i ‘free’ party"
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Il nuovo rave party di Modena, che si è svolto dal 31 ottobre al 2 novembre nell'ex fabbrica Bugatti di Campogalliano, ha riacceso i riflettori su questo tipo di raduni illegali, che si svolgono in luoghi privati indebitamente occupati e dove circola qualunque tipo di sostanza illegale, oltre all'alcol. Il rave si è concluso domenica con scontri tra agenti e partecipanti, quanto questi ultimi hanno tentato di sfondare il cordone di polizia con camper e autovetture, travolgendo anche i poliziotti che, infatti, sono stati feriti. Ma ovviamente la narrazione che viene fatta da chi questi raduni li sostiene è opposta. Tentano di convincere che gli agenti hanno caricato senza alcuna ragione e ciò che preoccupa è che ci siano soggetti istituzionali che danno seguito a questa versione.

Ora sono passati alle rivendicazioni e in un documento pubblicato su un sito di riferimento chiedono la legalizzazione di quelli che definiscono "free party" o, scrivono, "quanto meno accettati". Il motivo? "Evitare altri abusi di potere da parte delle forze dell’ordine". La narrazione si rafforza quando chiedono la liberazione di un "compagno" che sostengono essere stato arrestato senza alcuna ragione. "La nostra musica, la nostra arte, e il nostro diritto di riunirci pacificamente devono essere rispettati", si legge ancora, senza alcun riferimento all'uso di sostanze illegali e all'occupazione abusiva di spazi privati, che è alla base dell'illegalità di questi abusi. Ma forse si fanno forti di chi, nella politica italiana, non solo non condanna ma sostiene questo tipo di azioni.

Hanno anche aperto una raccolta firme per sostenere le spese legali del "compagno" incarcerato al grido di "Stop Repression – Stop Violence – Free Tekno". L'obiettivo dichiarato sono 3mila euro e non è detto che non vengano superati già nelle prossime ore, perché la raccolta procede a ritmo spedito grazie anche a donazioni importanti, come una anonima da 250 euro.

"Non possiamo permettere che accada di nuovo un abuso simile, senza motivo, dettato solo dalla rabbia contro ragazzi liberi*, pensanti, pronti a sconvolgere le regole di oggi", si legge nel comunicato che accompagna la raccolta fondi. Quel che stupisce maggiormente è la normalizzazione dell'illegalità e dell'uso di stupefacenti. Difficilmente il governo, che ha fatto della lotta ai rave il suo primo provvedimento, cederà.

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