Liturgia e ambiente: arriva la Messa “per la custodia del creato"

Liturgia e ambiente: arriva la Messa “per la custodia del creato"
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Il “verde” entra nelle celebrazioni liturgiche, ma non sostituirà la tradizione. Il Vaticano, attraverso il Dicastero per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, ha annunciato una conferenza stampa per presentare il nuovo formulario liturgico della Missa “pro custodia creationis”.
La liturgia sarà inserita nel Messale Romano, che già include alcune tipologie di Missae “pro variis necessitatibus vel ad diversa”. La celebrazione della Messa, per come la conosciamo, non verrà stravolta: verrà semplicemente introdotta una nuova tipologia, pensata per i giorni feriali, dedicata al tema della custodia del creato. Una scelta che ha suscitato alcune perplessità in ambienti tradizionalisti e che molti interpretano come un omaggio a Papa Francesco, alla luce della centralità delle tematiche ecologiche durante il suo pontificato.

L’attuale Pontefice, Papa Leone XIV, ha tuttavia già mostrato, soprattutto con il frequente uso del latino nelle prime fasi del pontificato, una visione tradizionale della liturgia. È dunque prevedibile che la nuova Missa “pro custodia creationis” non presenti toni ideologici marcatamente progressisti. Alla conferenza stampa di giovedì parteciperanno il cardinale Michael Czerny, prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, e monsignor Vittorio Francesco Viola, segretario del Dicastero per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti.
Sempre in ambito liturgico, il cardinale Raymond Leo Burke ha annunciato di aver chiesto a Papa Leone XIV la rimozione delle restrizioni imposte sul vetus ordo, ossia la Messa secondo il rito antico. L’annuncio è stato dato durante una videoconferenza tenuta da Londra.

Il recente pellegrinaggio da Chartres a Parigi, che ha visto la partecipazione di migliaia di giovani, ha rinnovato il dibattito interno alla Chiesa sul vetus ordo. Secondo diverse testimonianze, i sacerdoti presenti hanno sottolineato l’entusiasmo dei partecipanti nel prendere parte alla Messa in rito antico. In molti ambienti tradizionalisti si ritiene che proprio il vetus ordo possa contribuire, almeno in parte, a sanare la crisi vocazionale.
In questo contesto, c’è grande attenzione verso le future decisioni di Papa Leone XIV, che potrebbe attenuare gli effetti di Traditionis Custodes, la lettera apostolica in forma di motu proprio con cui Papa Francesco aveva ristretto la possibilità di celebrare la Messa in latino.

Infine, cresce l’attesa per le prossime nomine alla Santa Sede. In Italia, monsignor Benoni Ambarus è stato nominato nuovo arcivescovo della diocesi di Matera-Irsina e, contestualmente, vescovo di Tricarico. Già noto per l’attenzione alle istanze sociali, Ambarus si trasferisce da Roma, dove era considerato uno dei volti simbolo della “Chiesa in uscita” voluta da Papa Francesco.
Per raggiunti limiti di età, ha invece lasciato la guida delle diocesi unite di Frosinone-Veroli-Ferentino e Anagni-Alatri monsignor Ambrogio Spreafico, biblista e membro della Comunità di Sant’Egidio.

Al suo posto arriva monsignor Santo Marcianò, calabrese e già ordinario militare. Per lungo tempo si era ipotizzata la nomina di un altro consacrato vicino a Sant’Egidio, ma il Pontefice ha scelto diversamente. Il nuovo vescovo di Lecce, infine, è monsignor Angelo Raffaele Panzetta.

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