Tortellini e mortadella in versione islamica: cosa succede a Bologna

Un locale di Bologna gestito da fratelli siriani ha preso le ricette della tradizione italiana per trasformarli in piatti musulmani, mantenendo però lo stesso nome

Tortellini e mortadella in versione islamica: cosa succede a Bologna
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Le tradizioni non sono incise nel marmo, è vero, ma sono comunque le radici di un popolo, la sua memoria. Soprattutto in un Paese come l'Italia, il cui patrimonio culinario è riconosciuto in tutto il mondo. È anche per questo motivo che la rivisitazione in forma halal di alcune delle prelibatezze dell'Emilia Romagna ha fatto storcere il naso a più d'uno. La "mortadella" di vitello e le crescentine fritte ripiene di pastrami, per molti sono un'offesa alla cucina italiana, l'ennesima provocazione culturale di una comunità che, questa volta, ha voluto prendere i prodotti del territorio e farli propri.

"Tutto è nato per offrire un menù diverso, accessibile anche alle seconde generazioni, ma siamo rimasti molto sorpresi: più del 50% dei clienti è formato da visitatori, bolognesi, giovani coppie, gruppi con amici musulmani", ha dichiarato al Resto del Carlino uno dei titolari del locale halal che ha aperto alla Bolognina di Bologna, un gruppo di fratelli siriani di seconda generazione che ha voluto tentare di fare impresa adattando la cucina bolognese alla cultura islamica. "Il nostro non è un ristorante, ma una piccola bottega di take away che abbiamo attivato dopo attività di ricerca e studio. In tanti ristoranti c’è già l’opzione per chi preferisce il menu halal: penso a Como o a Firenze, dove si serve la ‘Fiorentina halal’", si è difeso uno dei titolari del locale. Che è una bistecca di manzo, esattamente come vuole tradizione, non di vitello, carne usata per la "mortadella"

"Capisco quando si parla di tradizione, perché a volte qualcuno cerca di estremizzare i concetti, ma io penso che sia anche una possibilità per lo Stato di esplorare nuovi mercati", ha proseguito. Chissà cosa succederebbe se un cittadino italiano aprisse in un Paese musulmano un locale in cui viene rivisitata la cucina locale. Magari con un couscous a base di carne di maiale per avvicinarsi ai gusti delle minoranze cristiane che abitano a quelle latitudini, magari offrendo una birra in accompagnamento. Difficilmente i residenti musulmani lo accoglierebbero come è successo al locale halal a Bologna. E difficilmente potrebbe anche solo aprire.

"Il sogno è di vedere un domani esperienze come la nostra in altre parti d’Italia", ha detto ancora uno dei titolari, alimentando ulteriormente le critiche di chi considera l'integrazione musulmana in Italia più una sostituzione.

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