Morte all’ombra di Tangentopoli: Il filo rosso dei suicidi misteriosi del caso Enimont

Suicidi uno dietro l'altro, morti strane e misteriose, tutte legate ad un filone di Tangentopoli per il caso Enimont

Morte all’ombra di Tangentopoli: Il filo rosso dei suicidi misteriosi del caso Enimont

Suicidi uno dietro l'altro, morti strane e misteriose, tutte legate ad un filone di Tangentopoli per il caso Enimont. Un periodo buio, quello di inizio anni '90 in Italia, culminato con la morte del noto imprenditore Raul Gardini, morto suicida – come racconta l'inchiesta – con un colpo di pistola alla tempia mentre era a Milano, nell'hotel in cui alloggiava. Il giorno prima, per lui era stato firmato un ordine di arresto che di lì a poco sarebbe stato eseguito, nell'ambito dell'inchiesta sulla maxi tangente Enimont. Il capitolo Misteri d'Italia del programma Trovati morti, in onda sul canale 122 Fatti di Nera, si è occupato delle drammatiche storie di Raul Gardini, Gabriele Cagliari e Sergio Castellari, le cui morti sono state archiviate come suicidi ma che, tutte, raccontano qualcosa in più di un semplice gesto estremo, tra alta finanza, investimenti, politica e tangenti.

Secondo il professor Michel Emi Maritato (criminologo e docente di criminologia, nonché esperto di crack e misteri finanziari), “Gardini non si è lasciato andare. Era un colosso della finanza, sapeva muoversi in certi ambienti, ma è stato tradito. Durante le indagini si è confessato con la moglie, le ha detto “chiedo i miei documenti e mi vengono negati, i miei consulenti mi tradiscono” riferendosi a commercialisti, collaboratori e anche ai suoi legali. Sulla sua morte, furono omesse alcune prove nell'inchiesta. Solo dopo escono fuori tangenti per Craxi e Andreotti, operazioni finanzieri sospette per Luna Rossa e in favore di società sportive ad hoc per abbassare il patrimonio. Io credo che Raul Gardini avesse forse toccato tasselli importanti creando la benzina verde, inoltre era uno dei possessori di alcune semenze, che lui già all'epoca riteneva che la vera ricchezza non erano petrolio e denaro, ma il cibo. Era un visionario, un futurista, e come Moro, Mattei e Pasolini, andava fatto fuori”.

La morte di Gardini e degli altri manager fu preceduta da quella di Franco Piga, stroncato da un infarto mentre era a Cortina d'Ampezzo, il 26 dicembre 1990: era Ministro delle Partecipazioni statali, aveva formalmente diretto alla conclusione l’affare di Enimont ed era stato Presidente della Consob. Nelle prime ore del mattino del 23 luglio 1993, dopo aver letto i giornali e chiesto la colazione al suo maggiordomo, Raul Gardini compì un gesto automatico, drammatico e irreversibile: si avvicinò alla sua scrivania e da un cassetto estrasse una pistola Walter ppk765, portò la canna alla tempia e sparò. Venne soccorso rapidamente, ma spirò durante il trasporto all'ospedale. Fu un suicidio annunciato per molti, ma ancora oggi tante domande. Capitano d'impresa e marinaio di livello mondiale, era partito da Ravenna per inserirsi nell'alta finanza milanese ed europea, con un grande progetto: creare un grande settore chimico in Italia, collegato al comparto agricolo, prendendo in mano i giacimenti di materie prime della Basilicata. Un visionario, appunto, che tentò di unire Eni e Montedison nella scalata Enimont, più volte bocciata dalla politica, infine travolta dallo scandalo delle tangenti.

Un sottile filo rosso, però, unisce la triste fine di Gardini a quella di altri personaggi molto in vista in quel periodo, su cui continuano ad alimentarsi misteri. Gabriele Cagliari, ex presidente dell'Eni, si era suicidato prima di Gardini all'interno del carcere di San Vittore, infilandosi la testa in un sacchetto di plastica. Aveva ricevuto nel mese di febbraio un avviso di garanzia per peculato e false comunicazioni societarie ed era in carcere dal 9 marzo 1993. Secondo l'accusa, sembra che lo Stato acquistando l'Enimont abbia pagato mille miliardi di lire in più del dovuto. Con la morte in carcere di Gabriele Cagliari si allungò la lista dei suicidi che hanno segnato la storia di Tangentopoli: nei mesi precedenti era stato trovato il cadavere di Sergio Castellari, ex direttore del Ministero delle Precipitazioni statali che di Enimont si era occupato, scomparso il 18 febbraio 1993. La sua morte, avvenuta alle porte di Roma, resta la più misteriosa. Anche Castellari, legato al partito socialista, aveva seguito la joint venture Enimont e venne trovato cadavere, ucciso da un colpo di pistola sparato alla nuca. La tesi del suicidio e quella dell'omicidio si inseguono: l'inchiesta stabilì che Castellari si era ucciso con un colpo di pistola Smith & Wesson 38. Accanto al corpo venne trovata una bottiglia di whisky. Ma, questa è la stranezza che alimenta il mistero, dopo aver premuto il grilletto, con un proiettile in testa avrebbe avuto il tempo per infilarsi la pistola nella cintura dei pantaloni.

Per il professor Maritato, accanto all'operazione Montedison “sono partite morti eccellenti, lo scandalo Tangentopoli, tutto quasi radiocomandato dalla politica di oltreoceano. Purtroppo oggi non ci sono imprenditori come Gardini e Berlusconi che hanno fatto comunque la storia contro tutto e tutti. Eni è uno Stato nello Stato, un incrocio di informazioni e di lobby, che gestisce i poteri sul petrolio. Purtroppo non siamo stati capaci di prenderci i nostri pozzi di petrolio in Basilicata, perché all'interno dell'Eni qualcuno legato alla politica internazionale potrebbe aver deciso così. Si sono venduti, se solo si pensa che un giudice è stato comprato da un apparato pubblico e da partiti politici che volevano sottrarre Enimont a Raul Gardini”.

Barbara Fabbroni (criminologa, psicoterapeuta e giornalista) ha conosciuto Gardini: “Non ho mai creduto all'ipotesi del suicidio. Sulle sue mani non fu trovata polvere da sparo. Era un uomo carismatico, spiccava per la sua grande capacità di raccontare e narrarsi, era un visionario nel vedere la politica, l'economia, la finanza e il potere della grande industria italiana. La mia idea è che i morti sono i migliori colpevoli perché non possono parlare e difendersi.

Lui avrebbe affrontato l'inchiesta Mani pulite con il suo solito atteggiamento. Purtroppo sono stati tanti i casi di suicidio molto particolari legati a quella inchiesta”.


La puntata sul caso di Raul Gardini è disponibile sulla piattaforma Cusanomediaplay.it

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica