Minuto di silenzio a scuola per Gaza. L'ira dell'Ucei: "Per tutti o per nessuno"

La bufera dopo l'iniziativa promossa dai Pro-Pal. Valditara: "Ricordare tutte le vittime dei conflitti". L'Unione delle comunità ebraiche: "Anche israeliani ed ucraini"

Minuto di silenzio a scuola per Gaza. L'ira dell'Ucei: "Per tutti o per nessuno"
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Alle 10 di questa mattina nelle scuole di Torino ha regnato il silenzio, non perché gli studenti stavano seguendo scrupolosamente le lezioni, ma perché si è deciso di fare un minuto di raccoglimento per Gaza. Un appello lanciato dalla rete informale Scuola per la pace Torino e Piemonte - movimento pro-Pal che sostiene la flottiglia di Greta - accolto da molti istituti del capoluogo piemontese, tra cui i licei Gioberti, d’Azeglio, Alfieri e Galileo Ferraris oltre al Convitto Umberto I e gli istituti comprensivi Gino Strada e Matteotti Pellico. Un appello condiviso a livello nazionale da tutti i gruppi pro Palestina come Docenti per Gaza e l'Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole, che hanno voluto manifestare così la loro vicinanza alla popolazione che da molti mesi ormai vive sotto costanti bombardamenti. La lista delle adesioni si è allungata ed è arrivata fino a Venezia, Trento, Pordenone, Pisa e Piacenza.

Nelle scuole i professori non dovrebbero fare politica, ma spiegare le cose come stanno - in questo caso le ragioni del conflitto arabo-israeliano iniziato nel 1947 - in maniera totalmente imparziale per far comprendere un problema di attualità che ha un così importante impatto mediatico. Il minuto di silenzio che ha fatto intervenire anche la politica. Il ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha commentato come "positivo il minuto di silenzio" ricordando che bisogna commemorare "tutte le vittime dei conflitti, in particolare i bambini che ogni giorno muoiono in tante zone di guerra nel mondo" evidenziando che la pace "è un valore fondante della nostra civiltà".

Il governatore Alberto Cirio, all'inaugurazione dell'anno scolastico al Convitto Umberto I, ha spiegato che "il minuto di silenzio è un bel segnale, quel silenzio è quello che deve dire a noi che non possiamo più stare in silenzio, perché quello che succede non è accettabile".

A protestare invece è l'Unione delle Comunità ebraiche italiane che accusa: "Dinanzi a numerose iniziative che invitano, nel primo giorno di scuola, a dedicare l'attenzione con forme diverse come un minuto di silenzio, unicamente alle sofferenze subite a Gaza, sentiamo il dovere di rimarcare la pericolosità di tali scelte, per l'impegno che invece il sistema scolastico deve generare in termini di rispetto ed equilibrio". In altre parole: minuto di silenzio per tutti o per nessuno. E arriva anche un appello al ministro dell'Istruzione: "È un preciso dovere nel primo giorno di scuola ricordare tutti coloro che non possono spensieratamente e liberamente vivere questo momento " facendo riferimento ai "bambini israeliani, ex ostaggi e orfani, feriti e sofferenti per i crimi subiti dal massacro di Hamas del 7 ottobre" e ai "bambini ucraini" anch'essi in ostaggio dell'armata russa che ogni giorno bombarda anche scuole e ospedali.

Giustamente la scuola non deve essere un luogo dove chi siede dietro una cattedra deve imporre un'idea o un credo, ma un posto sicuro dove si insegna il rispetto e la tolleranza, dove gli studenti devono "sviluppare una coscienza personale, consapevole e autonoma, di fronte alle sfide, ai dilemmi morali e laceranti e alle tragedie del nostro tempo" continua l'Ucei.

"In queste iniziative sembra mancare un riconoscimento della complessità della situazione e del contesto che ha portato all'escalation del conflitto, a partire dall'attacco terroristico del 7 ottobre 2023, compiuto da Hamas contro civili israeliani"

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