"Non con la mia faccia". A Roma il flash mob contro gli abusi con l’intelligenza artificiale

In piazza Capranica a Roma il flash mob “Non con la mia faccia”, promosso da Giornaliste Italiane, per denunciare gli abusi digitali con l’intelligenza artificiale che trasformano i volti delle donne in falsi contenuti pornografici

"Non con la mia faccia". A Roma il flash mob contro gli abusi con l’intelligenza artificiale
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Immagini di donne manipolate con l’intelligenza artificiale, trasformate in falsi contenuti pornografici e diffuse online senza consenso: è la nuova forma di violenza digitale che colpisce sempre più spesso anche volti noti del mondo dello spettacolo, del giornalismo e della politica. Per dire basta a questa deriva, oggi in piazza Capranica si è tenuto il flash mob “Non con la mia faccia”, organizzato dall’associazione Giornaliste Italiane.

Un’iniziativa per denunciare la violenza digitale

L’obiettivo del flash mob è stato quello di esprimere solidarietà alle numerose donne, tra cui molte giornaliste, che sono finite vittime della diffusione in rete di materiale pornografico falso, creato con sistemi di intelligenza artificiale che replicano i volti senza alcuna autorizzazione.

Durante l’iniziativa è stato rinnovato l’invito a denunciare questi episodi, considerati a tutti gli effetti una forma di violenza sessuale virtuale. Grazie a una legge recentemente introdotta in Italia, chi diffonde contenuti falsificati con l’IA senza il consenso delle persone coinvolte rischia da uno a cinque anni di reclusione.

Roccella: “Una legge unitaria contro gli abusi digitali”

Sull’argomento è intervenuta anche la ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, Eugenia Roccella, che ha ricordato come sia in corso l’approvazione di una nuova legge per rafforzare la tutela contro la violenza digitale.

È una legge approvata all’unanimità al Senato – ha spiegato Roccella – e auspichiamo che accada anche alla Camera, proprio in occasione del 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Su questo tema non ci devono essere divisioni di partito o ideologiche: dobbiamo essere uniti.

Maschere bianche come simbolo di protesta

Molti i volti noti della televisione, del cinema e dello spettacolo presenti in piazza, a sostegno del messaggio di denuncia lanciato da Giornaliste Italiane. A fare da simbolo della protesta, una maschera bianca, emblema dell’anonimato e della violazione dell’immagine subita dalle vittime.

Hanno portato la loro testimonianza Manuela Moreno, Paola Ferrari e la deputata Maria Elena Boschi, tutte vittime dirette di violenza digitale. Il flash mob si è aperto con un minuto di silenzio in memoria di Octay Stroici, l’operaio morto nel crollo della Torre dei Conti a Roma.

Tra i parlamentari presenti anche Maria Stella Gelmini, Maurizio Lupi, Carlo Calenda,

Marta Schifone, Elisabetta Gardini e Lucio Malan, a testimoniare la volontà di unità trasversale nel contrastare la violenza sulle donne, anche nelle sue nuove forme digitali.

Non con la mia faccia

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