Omicidio della vigilessa Sofia Stefani, chiesto l'ergastolo per Giampiero Gualandi

La Procura di Bologna ha chiesto l’ergastolo per Giampiero Gualandi, ex comandante della Polizia Locale di Anzola dell’Emilia, accusato dell’omicidio volontario della collega Sofia Stefani, 33 anni, con cui aveva una relazione

Omicidio della vigilessa Sofia Stefani, chiesto l'ergastolo per Giampiero Gualandi
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È arrivata la richiesta di condanna all’ergastolo per Giampiero Gualandi, ex comandante della Polizia Locale di Anzola dell’Emilia, accusato dell’omicidio volontario della collega e compagna Sofia Stefani, 33 anni. La richiesta è stata formulata oggi, giovedì 16 ottobre 2025, dalla procuratrice capo di Bologna Lucia Russo.

L'episodio risale al 16 maggio 2024, quando Stefani venne colpita a morte da un proiettile partito dalla pistola d’ordinanza di Gualandi, all’interno dell’ufficio del comando di polizia municipale di Anzola, dove entrambi lavoravano. Tra i due vi era una relazione extraconiugale.

"Nessuna attenuante, un crimine orribile"

Nel corso della requisitoria, la procuratrice Russo ha sottolineato la gravità del fatto e la piena responsabilità dell’imputato: “Non ci possono essere attenuanti per Gualandi. L'orribile crimine di cui si è macchiato prevede l'ergastolo. Non c'è nulla che possa attenuare le sue responsabilità”, ha dichiarato in aula. Secondo l’accusa, il gesto non è stato un incidente, ma un atto deliberato, avvenuto in un contesto di tensione e conflitto personale, nonostante la relazione tra i due fosse già nota nell’ambiente lavorativo.

L'omicidio

La morte di Sofia Stefani aveva suscitato forte commozione a livello locale e nazionale. La giovane agente era stimata per il suo lavoro e la sua dedizione. Il fatto che l’omicidio sia avvenuto all’interno del luogo di lavoro e con un’arma di ordinanza ha accresciuto l’indignazione pubblica e sollevato interrogativi sull’uso delle armi da parte delle forze dell’ordine. Il processo prosegue con la discussione delle parti civili e della difesa. La sentenza è attesa nelle prossime settimane. Nel frattempo, Gualandi resta detenuto in custodia cautelare.

L’accusa ha ribadito la volontà di ottenere la massima pena prevista dal codice penale, ritenendo l’omicidio un atto lucido e consapevole, aggravato dall’abuso di potere e dal contesto professionale in cui è maturato.

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