
La violenza vista a Milano durante la manifestazione di ieri è destinata a lasciare il segno. Si contano in totale oltre 60 agenti feriti negli scontri con i manifestanti, iniziati quando gli stessi hanno cercato di entrare in Stazione Centrale. La manifestazione si sarebbe dovuta concludere nel piazzale e non dentro l'edificio viaggiatori, dove si trovano normalmente migliaia di persone, che ieri sono state tutelate dal servizio di ordine pubblico. Ma chi c'era in piazza? Fare un elenco di sigle non è possibile, anche perché molti erano presenti singolarmente. La manifestazione è stata organizzata dal sindacato USB che si muove nell'area della sinistra radicale, e al suo fianco si sono posizionati i soliti gruppi di studenti che si definiscono "comunisti": Cambiare Rotta e Osa.
C'erano anche i collettivi studenteschi delle scuole superiori, come dimostra la rivendicazione dell'Assemblea Fuori Registro di Milano, che li racchiude tutti, o la maggior parte. "Avevamo in programma un'assemblea al Liceo Manzoni occupato, ma visto il risvolto degli scontri avvenuti in Stazione Centrale nel primo pomeriggio, abbiamo deciso di rimandarla. Ci siamo fermati al fianco dei compagni che oggi sono stati presi dalle forze dell'ordine. Non andremo avanti finché non saremo tutti. Non vincerà la vostra repressione, teniamo alta la testa. Intifada fino alla vittoria", si legge nel comunicato diramato al termine della manifestazione. C'erano anche i centri sociali di Milano in piazza, come il Cantiere, e si sono viste anche le bandiere di Potere al Popolo, che solitamente manifesta sempre fianco di Cambiare Rotta e Osa, che ne rappresentano la costola giovanile. Con loro anche il fronte del "No DDL 1660", il Collettivo Zam e numerose altre piccole singole dell'antagonismo militante.
Non avevano le bandiere ma c'erano anche le attiviste di Non una di meno, quelle che dicono di essere contro la violenza ma che hanno sposato quella di Milano perché, a loro dire, la colpa è stata delle forze dell'ordine. "A Milano, un fiume di persone si è diretto verso la stazione centrale, con l'obiettivo di bloccarla e di sostenere i lavoratori e le lavoratrici in sciopero. La risposta che i manifestanti, tutti a volto scoperto, si sono trovati davanti è un vero e proprio dispiegamento di forza militare. Centinaia di agenti in antisommossa hanno caricato il corteo che tentava di entrare in stazione e lanciato gas cs sulla folla per disperderla", scrivono da Non una di meno.
Forse non hanno visto le immagini, o se erano lì erano forse distratti, perché a volto scoperto, in Stazione Centrale, ce n'erano molto pochi. E poi ci sono le rivendicazioni del "fronte maranza", inevitabilmente presente, che rivendica a pieno titolo le violenze: "Ok raga ora il primo pezzo di merda che prova a dissociarsi, a dividere tra buoni e cattivi, a dire 'eh si ma la violenza ecc ecc'. Oh madonna state zitti, chi vi ha chiesto nulla, state a casa: qui c'è gente che sta lavorando".
L'appuntamento è per il 3 ottobre, per un nuovo sciopero generale, che si preannuncia dello stesso tenore di quello del 22 settembre, in attesa di 4, quando ci sarà la manifestazione nazionale a Roma. E le immagini dello scorso 5 ottobre nella Capitale sono ancora vivide.