Dopo la lettera aperta e la polemica che ne è seguita, il sindaco di Monfalcone, Anna Maria Cisint, ha annunciato che è allo studio un provvedimento adeguato che vieti il bagno in mare vestiti, con il burkini, o comunque coperti. "Siamo persone serie, entro ottobre sarò pronta con un provvedimento", ha concluso, sottolineando come quella lettera aperta non fosse una semplice ammonizione ma il preludio a qualcosa di concreto, una risposta a un disagio che proviene dal basso e che ha fatto sì che il sindaco prendesse in considerazione le lamentele dei cittadini di Monfalcone. Provvedimenti che altrove, come sulla costa Mediterranea francese, o addirittura in Marocco, sono da tempo realtà.
"I casi di Monfalcone prima e di Trieste dopo, dimostrano come vi sia una sensibilità particolare da parte della cittadinanza in merito alla questione del burkini. Respingiamo al mittente tutte le critiche di islamofobia che i nostri cittadini hanno ricevuto da quella sinistra buonista tanto brava a fare la femminista da salotto ma dimenticandosi di difendere i diritti delle donne musulmane per non criticare l'Islam. La Lega sta con i cittadini", ha dichiarato il senatore e coordinatore regionale Lega Fvg Marco Dreosto. Una presa di posizone da parte della Lega in difesa delle usanze e tradizioni italiane, spiega il leghista, ma anche "di decoro urbano, una questione igienica e del rispetto delle donne che non devono essere costrette a coprirsi totalmente a temperature proibitive. Per questo come Lega stiamo già lavorando anche a ferragosto con i nostri legali per nuove norme a tutela del decoro pubblico che possano dare voce a una parte insistente della cittadinanza".
Il caso delle lamentele arrivate al sindaco di Monfalcone, infatti, non può essere considerato un unicum. Si può andare indietro e ricordare le polemiche nate attorno alla festa in piscina per sole donne musulmane a Lissone ma anche, più recentemente, ci sono state le proteste a Trieste al bagno Lanterna della città. Un bagno unico in Europa per un semplice motivo: dal 1903 prevede ingressi e spiagge separate tra uomini e donne, con tanto di muro a dividere le parti.
Un gruppo di donne musulmane ha fatto il suo ingresso nella parte femminile e quando si stava accingendo a entrare in acqua si è levata una voce di protesta: "Qui vestite il bagno non ve lo fate". È dovuta intervenire la sicurezza per riportare la calma.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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