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"Quando morì suo figlio... Vi dico chi è davvero Campiti"

L’avvocato Pier Francesco Grazioli ha raccontato chi è davvero Claudio Campiti, il killer di Fidene che la scorsa domenica ha aperto il fuoco uccidendo tre persone

"Quando morì suo figlio... Vi dico chi è davvero Campiti"

L’avvocato civilista Pier Francesco Grazioli ha raccontato chi è davvero Claudio Campiti, il killer 57enne di Fidene che la scorsa domenica ha aperto il fuoco uccidento tre persone. Grazioli è il legale di riferimento di Rossella Ardito, l'ex moglie dell’omicida, e anche il padre del migliore amico del figlio di Campiti, morto a soli 14 anni in un incidente in montagna con lo slittino, nel marzo del 2021.

Com'era con suo figlio

Era stato proprio Grazioli a seguire tutto il processo per la morte del ragazzino, che si era concluso con la condanna definitiva per omicidio colposo dei responsabili dell'impianto di risalita e anche del maestro di sci che non aveva prestato soccorso al 14enne. "Era un padre assente ed è stato latitante anche dopo la morte del figlio: non si è presentato nemmeno al suo funerale", ha raccontato l’avvocato a il Messaggero. Campiti non andava mai alle udienze del processo, solo a quella preliminare: "Mi ricordo che si sedette in fondo all'aula, insieme a un amico, e non si avvicinò nemmeno per chiedermi informazioni del procedimento. Dopo quella volta, non lo vidi e non lo sentii più, né nel corso del dibattimento davanti al Tribunale di Bolzano, né nei gradi successivi del giudizio. Al contrario, la sua ex moglie partecipava a tutte le udienze e ha sostenuto da sola le spese legali, compreso i costi di soggiorno e trasporto del collegio difensivo. La signora Ardito diceva sempre: tanto so che non verrà, non chiamerà nemmeno questa volta", ha ricordato il civilista.

Cosa ha fatto al processo per la morte del figlio

Come ha sottolineato, il 57enne non si è mai costituito parte civile nel processo. Grazioli rappresentava le sue due figlie, l’avvocato Alessandro Vitale la ex moglie, e Lina Musumarra i nonni materni del 14enne. Inoltre, "quando il Tribunale, dopo la condanna degli imputati, ci concesse la provvisionale per il risarcimento dei familiari, Campiti non volle nemmeno firmare dal giudice tutelare l'autorizzazione necessaria alla ex moglie e alle figlie per incassare l'assicurazione. Non mi risulta, inoltre, che lui abbia avviato autonomamente una causa civile per ottenere la sua quota di risarcimento. Lo avremmo saputo", ha affermato il legale che ha anche precisato che Campiti era assente nei confronti del figlio. Di questo l’avvocato è certo, visto che Romano era il migliore amico di suo figlio e frequentavano la stessa scuola, il Liceo Chateaubriand. Spesso il 14enne passava del tempo a casa sua e il legale non ricorda di aver mai visto Campiti recarsi a scuola a prendere il ragazzino o a parlare con gli insegnanti.

La mattina del funerale

Non lo accompagnava neanche in piscina e non trascorreva con lui i fine settimana o le vacanze. L’avvocato e suo figlio erano perfino arrivati a pensare che l’uomo fosse morto, "poi, un giorno, ci disse che suo papà viveva a Firenze. Non so se poi partecipasse alle costose spese del liceo, la ex moglie, su questo punto, non si era mai lamentata". Grazioli ricorda la mattina del funerale, durante il quale fu proprio lui a fare l'orazione funebre. "Una scena molto triste: la sorellina più piccola era in braccio al portiere, perché il padre non c'era. All'epoca Campiti era già separato, di fatto, dalla moglie.

È un uomo che mi ha lasciato sempre interdetto - ha concluso il legale - ma quando ho saputo quello che ha fatto domenica sono rimasto di stucco, non me lo sarei comunque mai immaginato".

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