Quelle ombre sui nostri disagi

Una situazione simile si è verificata in Inghilterra: lo scorso marzo un incendio bloccò per 18 ore l'aeroporto di Heathrow e fece cancellare 1.300 voli, mentre lo scalo di Gatwick rimase chiuso a dicembre per alcune ore per la segnalazione di un drone

Quelle ombre sui nostri disagi
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Magari sono solo congetture, ipotesi di scuola forse esagerate, ma il moltiplicarsi dei problemi che in questi mesi hanno bloccato per un periodo di tempo le nostre ferrovie e i nostri aeroporti non possono non suscitare qualche perplessità. L'ultima vicenda risale appena a tre giorni fa: per l'assenza di connessione al centro di controllo Enav di Milano-Linate sono stati cancellati 320 voli. Non parliamo poi degli incidenti che si sono susseguiti sulla nostra rete ferroviaria negli ultimi mesi, interessando addirittura 396 convogli: troppi e continui al punto che le Ferrovie dello Stato hanno fatto due denunce all'autorità giudiziaria parlando di «incidenti anomali».

Una situazione simile si è verificata in Inghilterra: lo scorso marzo l'incendio ad una sottostazione elettrica bloccò per 18 ore l'aeroporto di Heathrow e fece cancellare 1.300 voli, mentre lo scalo di Gatwick rimase chiuso a dicembre per alcune ore per la segnalazione di un drone. Il Raib, l'istituto di controllo indipendente delle ferrovie inglesi, solo nello scorso anno ha ricevuto 431 notifiche di incidenti. Anche in questo caso l'ipotesi di sabotaggio è ricorsa più volte, al punto che in qualche occasione è stato tirato in ballo l'antiterrorismo, ma non se ne è saputo più nulla. Fino ad oggi. Ora, però, i servizi segreti inglesi hanno ipotizzato, in un dossier consegnato ai Paesi alleati durante il vertice Nato dell'Aja, che dietro molti incidenti nei trasporti aerei, ferroviari e marittimi ci sia la mano del Gru, lo spionaggio russo. Parlano di guerra ibrida, di attacchi cyber, ma anche di agenti arruolati sulle chat di Telegram per obiettivi più semplici. Una vera e propria guerra sotterranea che avrebbe come bersaglio pure l'Italia. Insomma, quello che non era chiaro a nessuno ora ha trovato una chiave di lettura nei rapporti dell'Mi5 e dell'Mi6. E viste le preoccupazioni e la richiesta agli altri Paesi di dare una risposta coordinata al problema da parte dell'intelligence inglese non sembra proprio che si tratti di una parodia dei film di James Bond.

Naturalmente da noi - conoscendo i costumi del Belpaese - la butteranno in caciara facendo sfoggio di ironie, ma la situazione, con il protrarsi della guerra in Ucraina e la nuova attenzione che il Cremlino sta dedicando ai Balcani, è tutt'altro che da sottovalutare. Anche perché i segnali di questa guerra ibrida condotta dal Cremlino si moltiplicano. Nell'ultimo rapporto di Viginium, un soggetto alle dirette dipendenze del primo ministro francese, si scopre che continua l'offensiva di storm-1516, l'organismo che promuove controcampagne digitali false di disinformazione nei confronti dell'Ucraina, di Zelensky e di diversi governi occidentali. Un'opera di character assassination continua che ha lavorato non poco per interferire nelle elezioni presidenziali francesi, in quelle statunitensi e in quelle tedesche. L'ultimo esempio è il video di due giorni fa di Russia Today che sforna l'ennesima fakenews senza limiti in cui si accusa Giorgia Meloni di far uso di sostanze stupefacenti.

Tutto questo per dire che quando si parla di riarmo, di potenziare i sistemi di difesa e di sicurezza europei, di strutturare i Paesi della Ue per affrontare una guerra ibrida e cyber non si va a caccia di farfalle ma di questioni che riguardano addirittura la salvaguardia delle nostre istituzioni, dei nostri costumi, delle stesse democrazie occidentali. Discorsi che riguardano il presente, ma che purtroppo nel nostro dibattito politico appaiono pericolosamente lontani.

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