Cronaca nera

Ridevano e filmavano”. Le testimonianze choc dopo l’incidente di Roma

Hanno rischiato il linciaggio gli youtuber che hanno ucciso il piccolo Manuel a Casal Palocco: "Erano tutti sereni, perfino strafottenti. Pensavano ai follower". Nel frattempo i loro genitori li rassicuravano: "È solo una bravata, si risolve tutto"

“Ridevano e filmavano”. Le testimonianze choc dopo l’incidente di Roma

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“Ridevano e filmavano”. Le testimonianze choc dopo l’incidente di Roma

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Man mano che passano le ore emergono dettagli sempre più inquietanti sull'incidente di Casal Palocco che ha visto protagonisti il gruppo di youtuber dei "Thebordeline", che durante una challenge hanno travolto una Smart for four con a bordo una mamma con i suoi due bambini, uccidendone uno. Sul luogo dell'incidente sono anche accorsi i genoti degli youtuber. "Abbiamo sentito che rassicuravano i loro figli e gli ripetevano che era stata solo una bravata, che si sarebbe risolto tutto", racconta a la Repubblica il dirigente scolastico della scuola materna frequentata dal piccolo Manuel, di 5 anni, morto nello schianto. Ma le testimonianze sono numerose.

Ma ci sono testimonianze che riferiscono anche di quanto accaduto nei momenti immediatamente successivi allo schianto, come quella del padre di un compagnetto di scuola della vittima. Anche lui era andato a prendere il figlio per riportarlo a casa e in quel momento si trovava sul luogo dello schianto. "Il ragazzo alla guida del Suv è stato qui, sul luogo dello schianto, per quattro ore e non ha versato una lacrima. Non ho visto nessuno disperato, né lui, né i suoi amici: erano tutti sereni, perfino strafottenti. Pensavano ai follower", ha detto al Corriere della sera l'uomo, che fino a poche ore prima festeggiava con la famiglia del bambino la fine dell'anno scolastico.

"Hanno avuto una reazione davvero schifosa: sorridevano, hanno iniziato a fare video. Quando un altro genitore ha visto quello che stavano facendo, gli ha fatto notare che c’era un bambino che stava morendo in ospedale. Non hanno avuto alcuna reazione nemmeno in quel momento, e lì è scattato il parapiglia. Solo che poi alla fine il padre è stato addirittura denunciato per aggressione", continua amaramente il testimone, raccontando gli attimi immediatamente successivi allo schianto. Sono in corso le analisi delle telecamere di bordo del suv e quelle riprese dai telefoni dei quattro amici che si trovavano a bordo di quella macchina, forse troppo potente per dei ventenni. Gli youtuber affermano che la donna al volante della Smart ha fatto una manovra sbagliata e che loro non stavano correndo, ma dalle prime indiscrezioni pare che la vettura andasse ben oltre il limite di 30 Km/h previsto in quella strada dove, appunto, si trova anche un asilo. I punti da chiarire sono numerosi: al momento l'unico indagato per omicidio stradale è Matteo Di Pietro, 20 anni, che era alla guida.

Ma sono al vaglio anche le posizioni degli altri occupanti.

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