Il rifiuto del destino

Il Generale Claudio Graziano è morto, perdendo la sua ultima battaglia

Il rifiuto del destino
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Era uscito indenne dai campi di battaglia del Mozambico e del Libano dove aveva toccato con mano la guerra a capo dei suoi uomini. Da prestigiosi posti di comando aveva poi combattuto altre guerre invisibili ai nostri occhi in qualità di capo assoluto delle nostre Forze armate e anche lì aveva superato chissà quali pericoli. Un generale di questo livello immagino sogni che se proprio si deve morire si muoia per la Patria. Invece Claudio Graziano, pluridecorato e da poco presidente di Fincantieri, ha scelto di morire per amore, o meglio per il dolore di aver da poco perso la sua adorata moglie Marisa. Già, colui che fu Capo di stato maggiore della Difesa si è trovato totalmente indifeso senza accanto la donna di una vita. Su un foglio ha scritto della «mancanza di senso» di andare avanti da solo e poi si è sparato dopo essersi coricato nel letto della sua casa romana. Claudio Graziano aveva tutto: onori, benessere, potere. Ma non aveva più l'unica cosa che evidentemente gli interessava e qui sta l'eccezionalità della notizia di cui purtroppo ci tocca occuparci. Una notizia terribile ma che al tempo stesso getta un cono di luce magica e inaspettata nel vasto buio che ci circonda. C'è ancora qualcuno capace di amare una compagna più di sé stesso, si può farlo anche se ancora nel pieno di una vita di successo, anche se formati e temprati ad affrontare con lucidità la morte altrui come conviene a un generale di quella specie. Non c'è nulla di cui compiacersi nel gesto di Graziano, c'è solo da fermarsi un attimo e riflettere, magari anche commuoversi. Per questo oggi ci prendiamo su questa colonna una pausa nel raccontare le effimere cose della vita, le tragicomiche vicende della politica, le disgrazie del mondo. È il nostro piccolo modo di concedere l'onore delle armi a un bravo soldato che ha combattuto e perso la battaglia più difficile della vita.

Ci piace pensare che non sia stata una scelta di debolezza bensì il rifiuto di arrendersi al destino, un nemico subdolo e assai più potente di qualsiasi potentato. E la voglia di rivedere al più presto, chissà come e chissà dove e chissà se davvero, la sua Marisa. Non doveva farlo ma l'ha fatto, un ultimo irrevocabile ordine questa volta dato a se stesso.

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