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Sanità abruzzese paralizzata da un hacker. E spunta Messina Denaro

Asl sotto attacco informatico con virus ransomware: chiesto un riscatto da 2 milioni di euro. Nel mirino i bassi livelli di sicurezza

Abruzzo, sanità paralizzata da un hacker. E spunta Messina Denaro

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Abruzzo, sanità paralizzata da un hacker. E spunta Messina Denaro

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Hacker contro le Asl dell’Abruzzo, migliaia di dati sanitari in rete. Dall’inizio di maggio è in corso un ricatto informatico da parte di un gruppo estero nei confronti della Regione guidata da Marco Marsilio: chiesti 2 milioni di euro di riscatto per non decriptare e non divulgare i dati di migliaia di persone. Un’offensiva portata a termine anche grazie ai bassi livelli di difesa delle Asl coinvolte: i pirati informatici sono così riusciti a mettere le mani su prenotazioni, gravidanze, visite, cartelle cliniche e esami di laboratorio di migliaia di cittadini. File coperti da privacy che da un momento all’altro potrebbero finire in rete.

Sanità abruzzese vittima di hacker

I primi dati sono stati diffusi in rete a inizio maggio, a testimonianza dell’entità del problema. Come evidenziato da Repubblica, l’attacco riguarda i sistemi informatici delle Asl di Avezzano – Sulmona – L’Aquila. In aiuto dell’Abruzzo sono intervenuti gli esperti dell’Agenzia di cyber sicurezza ma non è ancora noto quando verrà sbloccata la situazione. In base alle informazioni disponibili, non sembra che sia stato pagato alcun riscatto per il momento.

Un problema di privacy, ma anche una criticità significativa per i pazienti. “Mio padre ha un tumore da 5 anni e sta facendo l’immunoterapia. Prima di ogni trattamento sono necessari gli esami del sangue per vedere se i valori sono giusti. Il 3 ha fatto il prelievo ma ci hanno detto che non si riuscivano a dati i dati sul computer. I risultati non sono arrivati e lui non ha potuto fare la terapia”, il racconto di un’abruzzese costretta a rivolgersi a un laboratorio privato. Ma il suo è soltanto uno dei tanti, tantissimi casi registrati. Le Asl lavorano in condizioni pressoché proibitive: non funzionano nemmeno le e-mail e i referti sono fatti a mano.

Spunta Matteo Messina Denaro

“Ci stiamo adattando”, il commento del primario di oncologia Luciano Mutti. Come anticipato, non sono noti i tempi di soluzione del problema ma i reparti più in difficoltà sono quelli di oncologia e radioterapia. Tra i pazienti del dotto Muti, anche il boss mafioso Matteo Messina Denaro – alle prese con un tumore al colon – la cui cartella clinica è conservata in carcere. Secondo quanto confermato dall’Ansa, nel suo caso sarebbero stati sequestrati esami del sangue e tac. Per quanto concerne radioterapia, il sistema informatico è ancora più importante, funzionando sia come archivio che per fare funzionare le macchine.

"Abbiamo sospeso i trattamenti, inviando i pazienti che ne avevano bisogno urgente presso altre strutture", la conferma del dottor Giovanni Luca Gravina: "L’acceleratore non funziona ancora però i tecnici ci stanno lavorando e dovrebbe ripartire lunedì o martedì prossimo, se tutto va bene”.

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