
A Vicofaro, fanno sapere i residenti, oggi pomeriggio è arrivata la Digos per dare attuazione all'ordinanza di sgombero emessa dall'amministrazione comunale di centrodestra che amministra Pistoia: l'obiettivo è quello di ridurre il numero di migranti ospiti della struttura di don Massimo Biancalani, limando un'esperienza di accoglienza a quanto pare sovradimensionata (rispetto alle reali capacità degli spazi a disposizione) che gli abitanti del quartiere hanno più volte individuato come fonte di episodi di degrado e micro-crominalità. E dopo l'annuncio del "parroco dei migranti", il quale aveva invitato i suoi seguaci a partecipare ad un presidio convocato prima dell'arrivo delle forze dell'ordine, è sorta una polemica a distanza fra quest'ultimo ed il vescovo di Pistoia Fausto Tardelli. Il presule non avrebbe infatti gradito un comunicato pubblicato sulla pagina social del parroco della chiesa di Santa Maria Maggiore, giudicandolo contrario all'operazione di ricollocamento dei migranti di Vicofaro annunciata con la collaborazione della Diocesi. Don Biancalani è insomma stato "bacchettato" e rimproverato a mezzo stampa, in questo frangente, dalla stessa persona che più volte lo ha difeso in questi anni.
"A Vicofaro la situazione igienico sanitaria non permette più un’accoglienza dignitosa, umana e in sicurezza delle persone. Per questo la Diocesi, per spirito umanitario ed evangelico, con l’appoggio della Caritas italiana e l’aiuto in particolare di quella di Firenze, ha preparato strutture alternative dove i ragazzi possono essere accolti, custoditi e accompagnati verso processi di integrazione e promozione umana - ha scritto monsignor Tardelli, in una nota riportata dal quotidiano Il Tirreno - la maggior parte di loro (i migranti ospiti di don Massimo, ndr) ha già, volontariamente, aderito agli spostamenti che saranno effettuati in libertà e serenità. Per questo prendiamo le distanze in maniera netta e assoluta contro il comunicato di don Massimo Biancalani e contro quello che lui chiama “sgombero”". Una "stoccata" che, perlomeno secondo don Biancalani, sarebbe figlia di un malinteso: il parroco ha replicato dicendo di non riferirsi nella sua precedente esternazione all’iniziativa di collocamento dei migranti ospiti della parrocchia portata avanti con la Diocesi, ma all’esecuzione dell’ordinanza (di sgombero appunto) firmata dal sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi e notificata lo scorso 6 giugno.
"Intendo manifestare la mia meraviglia di fronte a queste parole in quanto il mio comunicato non si riferisce all’iniziativa di ricollocamento che io stesso ho promosso e che sto portando avanti in collaborazione con altre realtà. Le mie parole si riferiscono invece all’annuncio di uno sgombero forzato imminente da parte delle forze dell’ordine, che è stato esplicitamente preannunciato dai cartelli apposti in piazza della chiesa e nelle vie limitrofe- ha scritto sulla propria pagina Facebook - voglio precisare che la mia unica preoccupazione è che tutta l’operazione sia realizzata nei tempi, in modi rispettosi della dignità, delle esigenze delle persone. E siamo consapevoli delle criticità presenti ma che queste si devono risolvere non chiudendo Vicofaro ma estendendo questa esperienza di accoglienza di bassa soglia. Così con una esperienza diffusa su altre province con numeri più contenuti Vicofaro può continuare ad operare in condizioni di minore pressione e maggiore sicurezza".
Biancalani, assistito dai propri legali, ha esternato anche l'intenzione di fare ricorso contro il provvedimento di sgombero del primo
cittadino. Dopo quasi un decennio però, la questione sembra vicina ad una svolta. O questo, se non altro, è quel che si augurano quegli stessi "vicofarini" che da anni denunciano le difficoltà che sorgono nell'abitare a Vicofaro.