
Si torna a parlare di Stefano Puzzer, uno dei leader della protesta contro l'obbligo del Green Pass, imposto anche per poter lavorare. Puzzer, di professione portuale, venne licenziato per assenza prolungata dall'Agenzia lavoro portuale di Trieste nel 2022. L'uomo, infatti, si rifiutò di esibire la certificazione (pur essendone in possesso) e decise di autosospendersi.
A distanza di anni, ecco arrivare la sua rivincita. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso presentato da Puzzer, andando quindi ad annullare la sentenza della Corte d'appello di Trieste (febbraio 2024), che invece confermò il licenziamento. Secondo i giudici della Cassazione, la sanzione applicata al portuale è da considerarsi illegittima. Il merito va anche agli avvocati di Puzzer, che hanno dimostrato come la legge permetta, al massimo, una sospensione, non certo un sanzione disciplinare. Adesso tutto sta alla Corte d'Appello di Venezia, incaricata di occuparsi del riesame. In caso di pronunciamento favorevole, il lavoratore sarà reintegrato.
La delibera della Cassazione è arrivata ieri - venerdì 12 settembre - ed è stata accolta con gioia da Puzzer e dai suoi legali. "La Corte di Cassazione accoglie il primo motivo con assorbimento degli altri. La motivazione fondamentale riguarda il fatto che il signor Puzzer, aveva sempre rifiutato di esibire il Green Pass e, secondo la Corte d'appello di Trieste, non avrebbe potuto farlo perché lui ne aveva il possesso giuridico. Tuttavia il nostro assistito era guarito dal Covid e aveva il Green Pass anche senza sottoporsi a tampone e senza vaccinarsi, ma per la Corte d'appello avrebbe anche dovuto utilizzarlo", ha spiegato l'avvocato Mirta Samengo, legale dell'uomo, a Trieste Prima.
"Da oggi posso iniziare a gioire", ha dichiarato ad Ansa Stefano Puzzer. "Ringrazio la mia famiglia e gli avvocati Mirta Samengo e Alessandra Devetag per il lavoro straordinario fatto e per avere avuto fiducia in me fin dall'inizio. Solo grazie a loro siamo arrivati a questo risultato. Nell'arco di tre mesi dovrebbe arrivare la nuova sentenza, a quel punto deciderò cosa fare. Se vorrei tornare a lavorare nel porto di Trieste? Non so dirlo, è prematuro. Certo che il porto è stato per tanti anni una famiglia per me, è qualcosa che ho sempre amato moltissimo, ma nel frattempo ho dovuto rimboccarmi le maniche e cercare altro. Finora ho trovato soprattutto occupazioni stagionali, proprio perché aspettavo di capire l'evoluzione della vicenda. Ho avuto diverse possibilità e ne ho tuttora, quindi al momento non so quale potrà essere il mio futuro", ha aggiunto.
Attualmente Puzzer lavora come
aiuto cuoco in un ristorante e come custode in un campeggio a Muggia, in provincia di Trieste. Tante le persone che gli sono rimaste vicino in questi anni, e che hanno festeggiato insieme a lui dopo quest'ultima notizia.