Cronaca nera

L'orrore senza fine: su Telegram è caccia al video dello stupro di Palermo

In rete diverse persone chiedono di potere visionare il video dello stupro di Palermo finito nei cellulari dei giovani arrestati

Il cantiere dove il 7 luglio è stata stuprata la giovane dal branco a Palermo
Il cantiere dove il 7 luglio è stata stuprata la giovane dal branco a Palermo

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L'orrore senza fine: su Telegram è caccia al video dello stupro di Palermo

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Le indagini proseguono, gli interrogatori entrano nel vivo ma intanto l'interesse morboso delle persone ha portato alla creazione di canali Telegram per lo scambio del video dello stupro dello scorso 7 luglio. C'è un gruppo con 26mila iscritti su Telegram dal titolo inquietante "Video ragazza Palermo stupro", un altro con 17mila contatti iscritti. Sulla piattaforma di messaggistica si trova di tutto, un altro canale di 60mila iscritti "Video Palermo ragazza" c'è il link con il video completo e una procedura per iscriversi al canale."Chi ha il video di Palermo? Scambio bene". E ancora: "Qualcuno ha il video dello stupro di Palermo dei sette ragazzi?", oppure:"Nessuno ha il video di quello che è successo al Foro Italico di Palermo?". Su Telegram è caccia al video della violenza sessuale di gruppo che era sul telefono cellulare di alcuni dei sette ragazzi arrestati per stupro. Altri canali come con le parole chiavi come "Palermo", "stupro" e "video" raccolgono oltre 21mila iscritti. In rete diverse persone chiedono di potere visionare il video finito nei cellulari dei giovani arrestati. In un altro video si promette che "sarà l'unico canale vero dove uscirà il video". Non si sa se qualcuno è riuscito ad averlo prima dell'arresto dei sette ragazzi, tre sono stati arrestati ai primi di agosto e gli altro quattro venerdì scorso.

Le immagini che inchiodano i ragazzi

Angelo Flores aveva ripreso i propri sei amici mentre stupravano la diciannovenne. Interrogato, aveva fatto i nomi dei complici, cercando però di minimizzare le proprie responsabilità: resta in carcere. Gabriele Di Trapani aveva risposto davanti al tribunale del riesame e non, in precedenza, al Gip; aveva sostenuto che era stata la vittima a volere far sesso: resta in carcere. È così che i primi due dei sette arrestati di Palermo si sono visti respingere l'istanza di remissione in libertà. Le motivazioni del Riesame non sono ancora note ma la decisione è arrivata nel giro di pochi giorni da quando si sono tenute le udienze; nel caso di Di Trapani, nel giro di poche ore, perché l'udienza si era tenuta stamattina. L'unico uscito dalla cella, per andare in comunità, è R.P., che il 7 luglio, giorno della violenza, era ancora minorenne e ora ha compiuto 18 anni: anche lui aveva fatto alcune ammissioni, ma non troppe scaricando la colpa sulla vittima e dichiarando che era consenziente. Il Gip del tribunale minorile, Alessandra Puglisi, ha accolto l'istanza di revoca della misura cautelare. La Procura, diretta da Claudia Caramanna, farà ricorso al tribunale del riesame, in sede di appello.

Gli smartphone spariti

Si cercano gli smartphone che sono spariti, potrebbero custodire altri video salvati nella memoria del telefono e individuare altre responsabilità. Le intercettazioni hanno delineato un quadro probatorio alquanto grave. Uno dei messaggi inviati a Flores è il seguente: "Figghiò me lo mandi il video pure a me, quello di là del Foro Italico?" e l'indagato avrebbe provveduto ad inviare il filmato. "Ieri sera niente, se ci penso un po' mi viene lo schifo perché eravamo ti giuro 100 cani sopra una gatta, una cosa di questa l'avevo vista solo nei video porno, eravamo troppi, sinceramente mi sono schifiato un po', ma che dovevo fare? La carne è carne, gliel'ho abbagnato pure io il discorso...". E ancora: "Adesso li sto eliminando tutti, li sto mandando solo a chi li dovevo mandare e li elimino, perché non ne voglio sapere niente di questa storia". In un'altra conversazione tra gli altri indagati uno chiedeva all'altro. "Poi me lo scrivi su WhatsApp dove lo hai messo", chiedeva La Grassa ad Arnao. Lui rispondeva:"Cosa, il telefono? Neanche in una pianta è… era in un magazzino pure in un punto sotto terra. Lo sappiamo soltanto io e Francesco.

Te l’ho detto, devi sempre avere qualcosa nascosta".

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