Suicidio assistito, Martina Oppelli morta in Svizzera: era malata di sclerosi multipla

Martina Oppelli, malata da oltre 20 anni, è morta oggi all'età di 50 anni in Svizzera dove le è stato praticato il suicidio medicalmente assistito

Suicidio assistito, Martina Oppelli morta in Svizzera: era malata di sclerosi multipla
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La triestina Martina Oppelli, affetta da sclerosi multipla da oltre 20 anni, è morta questa mattina all'età di 50 anni in Svizzera dove le è stato praticato il suicidio medicalmente assistito.

A renderlo noto è l'associazione Luca Coscioni che ha fornito assistenza logistica ed economica a Oppelli che lo scorso 4 giuggno "aveva ricevuto - si legge nella nota - il terzo diniego da parte della azienda sanitaria Asugi (Azienda sanitaria universitaria Giuliano Isontina ndr) in merito alla verifica delle condizioni per accedere al suicidio medicalmente assistito". E ancora: "secondo l'azienda sanitaria non era sottoposta ad alcun trattamento di sostegno vitale, nonostante la completa dipendenza dall'assistenza continuativa dei caregivers e da presidi medici (farmaci, catetere e macchina della tosse)". Oppelli, assistita dai legali dell'associazione Luca Coscioni, lo scorso 19 giugno, quindi, ha presentato un'opposizione al diniego, accompagnata da una diffida e messa in mora nei confronti dell'azienda sanitaria. A quel punto è stata aperta una nuova procedura di valutazione da parte della commissione medica, ma la 50enne triestina ha deciso di non aspettare ulteriormente e di partire per la Svizzera.

Oppelli, in un video registrato in Svizzera e diffuso dall'Associazione Luca Coscioni, ha lanciato il suo appello:"Fate una legge che abbia un senso, una legge che tenga conto di ogni dolore possibile, che ci siano dei limiti, certo, delle verifiche, ma non potete fare attendere due, tre anni prima di prendere una decisione". E poi ha raccontato quale fosse il suo stato di salute: "In questi ultimi due anni il mio corpo si è disgregato, io non ho più forza, ma non ho più forza nemmeno di respirare delle volte, perfino i comandi vocali non mi capiscono più". E ancora: "Ecco, io ho anche il catetere vescicale, ho un tubo di scappamento come una macchina al quale non sarei mai voluta arrivare, perché io non sono una macchina, sono un essere umano, io non funziono, io vivo e voglio vivere dignitosamente fino alla fine, o desideravo.

Adesso desidero morire dignitosamente, per piacere". Oppelli ha, quindi, rinnovato la sua richiesta di fare "una legge sensata" e ha aggiunto: "Cercate di mettervi nei panni di chiunque, di chiunque". Oppelli ha chiesto inoltre di mettere da parte le diatribe politiche "perché non esiste destra o sinistra o centro, siamo tutti esseri umani, tutti, per piacere, per piacere, legiferate, ma legiferate con buon senso".

E infine: "Scusate il disturbo, me ne vado in silenzio, io - ha detto la 50 enne triestina - miro all’oblio, non cercavo la fama, forse cercavo solo di evitare la fame in questi anni, lavorando onestamente, pagando le tasse onestamente, pagando anche i contributi di chi mi assisteva giorno e notte in questo paese onestamente". Oppelli ha poi concluso spiegando che aveva deciso di partire all'estero "perché - sono state le sue ultime parole - non ce la facevo più ad aspettare, non ce la facevo più".

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