"Sul lockdown scienza tradita e Paese ingannato, ora sentire Conte e Speranza"

La capogruppo Fdi in commissione Covid Buonguerrieri: "L’Italia venne chiusa per una bozza di Dpcm filtrata da Palazzo Chigi? È la prova che non è mai esistito un modello Italia"

"Sul lockdown scienza tradita e Paese ingannato, ora sentire Conte e Speranza"
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Fa sorridere che il tanto millantato “modello Italia” sulle chiusure durante la pandemia si sia basato su un lockdown nazionale dovuto alla divulgazione di una bozza di Dpcm sulla chiusura della Lombardia, come ha dichiarato un ex membro del Cts al Giornale. Ne abbiamo parlato con Alice Buonguerrieri, capogruppo Fdi in commissione Covid.

«Quello è stato dichiarato a Il Giornale da un ex membro del Cts conferma che non esiste nessun “modello Italia” tanto millantato da Pd e M5s e svela come mai la decisione di chiudere l’Italia si sia assunta in una riunione segreta. Molto probabilmente gli italiani non dovevano sapere che sarebbero stati chiusi in casa e tenuti in ostaggio non per dirimenti evidenze scientifiche ma per decisioni improvvisate prese dalla politica all’interno del Palazzo. Anche in questo caso la scienza è stata tradita e il Paese ingannato».

Nella sua audizione, un altro membro del Cts Luca Richeldi ha dichiarato che il comitato non lavorava alla stesura dei famigerati Dpcm e che nessuno ha mai voluto approfondire chi avesse divulgato quella bozza costata la chiusura dell’Italia. «Se è, come dice Richeldi, una bozza di un decreto della presidenza del Consiglio dei ministri poteva solo filtrare dagli uffici di Palazzo Chigi. Chi ha fatto filtrare quella bozza e perché?»

Onorevole, come saprà abbiamo provato a capirlo. Contattati dal Giornale sia il coordinatore del Cts Agostino Miozzo sia l’ex dirigente dell’Iss Giovani Rezza, entrambi hanno dichiarato di non essere mai stati messi al corrente della riunione segreta di cui ha fatto menzione Richeldi. Secondo lei come è possibile?
«Questo dovremo approfondirlo in commissione Covid. Quello che è certo è che ancora una volta, grazie ai lavori di commissione Covid, è emerso l’ennesimo caso in cui la scienza è stata usata come foglia di fico per giustificare impropriamente scelte politiche che con la scienza non avevano nulla a che fare».

La scienza chiedeva di chiudere la Val Seriana...
«Esatto. E cosa è stato fatto? Nulla... Si è lasciato dilagare il contagio perdendo tempo prezioso che poteva risparmiare vite umane. Il Cts il 7 marzo chiede di chiudere la Lombardia e 14 province limitrofe. Viene il dubbio che la fuga di notizie sia stata strumentale per non pagare il costo politico di chiudere la regione più produttiva d’Italia... Di fatto, la Lombardia non venne mai chiusa. Si preferì chiudere tutto. Ora però sappiamo anche perché. E il Covid non c’entra nulla».

Dai lavori della commissione Covid sta emergendo che la scienza è un’altra vittima di questa pandemia…
«Dai verbali desecretati - ma anche dalle ultime audizioni in chiaro - emerge chiaramente il disappunto di diversi membri del Cts rispetto a decisioni scientifiche disattese da precise volontà politiche. In altri casi è emerso, invece, che la scienza si è consapevolmente piegata ai desiderata politici, pensiamo alle dichiarazioni di Franco Locatelli, coordinatore del Cts, sui vaccini. Senza considerare quanto emerso recentemente su note virostar che durante la pandemia passavano da un palinsesto ad un altro e che grazie alla commissione Covid oggi sappiamo essere state in grande conflitto d’interesse».

Cosa resta da capire?
«C’è ancora tanto da accertare, ma è ormai evidente il fatto che la politica sia la

principale responsabile di tutto ciò che sta emergendo. Per ciò che riguarda la prima fase, in particolare Giuseppe Conte e Roberto Speranza ne dovranno rispondere davanti agli italiani. Li audiremo in commissione».

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