Iran, in Italia livello massimo di allerta per obiettivi sensibili

Terminato il comitato analisi strategica antiterrorismo: vigilati 29 mila obiettivi, tra cui oltre 10 mila infrastrutture critiche

Iran, in Italia livello massimo di allerta per obiettivi sensibili
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Dopo l’attacco degli Stati Uniti all’Iran è stato portato al livello massimo, in tutta Italia, il dispositivo di sicurezza intorno agli obiettivi sensibili presenti sul territorio italiano. Sono state potenziate le attività di prevenzione e analisi dei rischi per la sicurezza interna con particolare attenzione alle misure di contrasto del terrorismo, massima allerta sugli obiettivi ritenuti sensibili: il Comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza pubblica conclusosi al Viminale ha posto l'accento su oltre 29.000 siti sottoposti a vigilanza, tra cui oltre 10 mila infrastrutture critiche. Tra questi, circa un migliaio riguardano interessi statunitensi e israeliani.

In base a quanto stabilito, sono ora sottoposte a misure straordinarie di controllo e protezione ambasciate, consolati, residenze diplomatiche e sedi rappresentative dei Paesi coinvolti nel conflitto in Medio Oriente (in primis Israele, Usa e Iran). Rafforzate le attività di sorveglianza in 250 sedi di enti ebraici e iraniani dislocati nel Paese. Il livello di allerta era già stato innalzato pochi giorni fa, ma le autorità hanno preferito incrementare la sicurezza in seguito all’attacco statunitense ai siti nucleari di Teheran. A Roma, la Prefettura ha ordinato l’intensificazione della vigilanza sugli obiettivi americani e un potenziamento delle misure a tutela dell’ambasciatore di Washington. Attenzione massima in relazione agli eventi organizzati per oggi nella Capitale, a partire dalla seconda giornata del Giubileo dei governanti in Vaticano, che prevede la presenza diverse delegazioni estere.

Il Viminale in precedenza aveva convocato una riunione del Comitato analisi strategica antiterrorismo, cui hanno partecipato gli esperti delle forze di polizia e delle agenzie di intelligence. Durante la riunione sono stati presentati gli esiti delle recenti attività investigative e definite le nuove direttrici operative per far fronte ai potenziali impatti sulla sicurezza nazionale derivanti dalla crisi in Medio Oriente e dal deterioramento del quadro geopolitico internazionale. Ricordiamo che il primo ministro Giorgia Meloni sta monitorando con la massima attenzione la crisi in Iran e ha convocato una riunione in videoconferenza con i ministri interessati, con il sottosegretario Alfredo Mantovano e con i vertici dell'intelligence.

Per quanto concerne i militari italiani nell'area, il ministro Antonio Tajani ha spiegato: "Le basi italiane non sono coinvolte negli attacchi o nelle operazioni in corso in Medio Oriente. Al momento non risultano pericoli per i nostri militari". "Abbiamo trasferito in Kuwait un contingente di carabinieri che si trovava a Baghdad, vicino all'aeroporto" ha aggiunto il titolare degli Esteri: "Gli altri militari italiani presenti nell'area del Golfo e in Iraq restano sotto stretta sorveglianza e non corrono rischi immediati". Il ministro Guido Crosetto ha ordinato l'innalzamento del livello di allerta operativa presso tutte le basi e i dispositivi avanzati italiani, in coordinamento con le autorità locali e con i partner internazionali: "I protocolli di protezione del personale e di continuità operativa sono attivi, aggiornati e pronti ad affrontare ogni possibile scenario. La sicurezza del personale militare italiano è e resta la mia assoluta priorità". Il titolare della Difesa ha aggiunto: "Fin dall'altro ieri, abbiamo avviato misure preventive per rafforzare la sicurezza dei contingenti italiani all'estero.

I nostri militari non sono coinvolti nelle operazioni e non rappresentano un obiettivo diretto di possibili ritorsioni iraniane. Tuttavia, in via cautelativa, abbiamo ricollocato alcuni assetti posizionati in prossimità di infrastrutture o basi statunitensi, per evitare che possano essere esposti a danni collaterali"

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