Un pomeriggio di sole, i giochi in giardino, le risate dei bambini. Poi, all’improvviso, l’urlo di terrore e il silenzio. È accaduto tutto in pochi istanti, all’asilo nido “Ambarabà Ciccì Cocò” di Soci, frazione di Bibbiena (Arezzo), nel cuore del Casentino. Un bimbo di appena due anni è morto strozzato dal laccio della felpa, rimasto impigliato in un ramo mentre correva insieme ai compagni nel giardino della scuola. Una tragedia tanto assurda quanto inspiegabile, che ha scosso l’intera comunità.
"Non si può morire così, ad appena due anni, nel giardino di un nido", ha detto tra le lacrime la prozia del piccolo, voce del dolore di una famiglia distrutta: i genitori, Alessandro e Caterina, incapaci di parlare, e i nonni, annientati dalla perdita.
Un gioco spensierato diventato incubo
Era una mattina limpida e mite quella di ieri a Soci. Le educatrici, undici maestre e cinque assistenti per una sessantina di bambini, avevano deciso di portare i piccoli nel giardino della scuola, qualche centinaio di metri quadrati di prato circondato dagli alberi, per godersi gli ultimi raggi di sole.
I bambini correvano, ridevano, giocavano. Poi il dramma. Qualcuno ha visto il piccolo accasciarsi, con il cappuccio della felpa tirato all’indietro. Il laccio era rimasto impigliato a un ramo. Non respirava più. Le maestre si sono precipitate, hanno cercato di liberarlo e praticargli le prime manovre di soccorso. Ma era già tardi. La tragedia si è consumata in un istante.
Inutili i tentativi di rianimazione
I soccorsi sono arrivati subito. In pochi minuti sul posto un’ambulanza del 118, poi l’elicottero Pegaso, che però non ha neppure fatto in tempo ad atterrare: il piccolo non dava più segni di vita. Medici e infermieri hanno tentato la rianimazione per oltre un’ora, ma ogni sforzo è stato vano.
Una delle maestre, la prima ad accorgersi dell’incidente, è stata colta da una violenta crisi d’ansia: è stata trasportata al pronto soccorso di Bibbiena e sottoposta a ossigenoterapia. Nel frattempo, sul luogo del dramma sono intervenuti i carabinieri della compagnia di Bibbiena, coordinati dal capitano Domenico Gaudio. L’area è stata immediatamente transennata, e la Procura di Arezzo, con la pm Julia Maggiore, ha disposto il sequestro dell’asilo e in particolare del giardino dove si è verificato l’incidente.
Aperta un’inchiesta per omicidio colposo
La Procura ha aperto un fascicolo per omicidio colposo. Al momento non ci sono indagati, ma le indagini serviranno a capire se si sia trattato di un tragico incidente imprevedibile o di una mancanza di sorveglianza. Gli inquirenti dovranno ricostruire quanto tempo sia passato tra l’incidente e l’intervento del personale, verificare le dinamiche e accertare eventuali negligenze.
Non è esclusa l’autopsia sul corpo del bambino, che potrebbe essere disposta nei prossimi giorni.
Il dolore della comunità
Nel piccolo centro di Soci è calato un silenzio irreale. Davanti al nido, intanto, si accumulano fiori, peluche e biglietti di cordoglio. I genitori del bambino sono stati avvertiti mentre si trovavano al lavoro. Vivono con un altro figlio, più grande, che frequenta la prima elementare, in una casa poco distante da quella dei nonni, nella località di Guazzi.
I vicini parlano a bassa voce, increduli. Tutti ricordano quel bambino come vivace e sorridente. Il sindaco di Bibbiena, Filippo Vagnoli, ha proclamato il lutto cittadino: "Sconvolti da una tragedia che lascia senza parole. Solo rispetto, silenzio e profondo cordoglio", ha scritto in un post su Facebook. Anche la cooperativa Koinè, che gestisce il nido di proprietà comunale, ha diffuso una nota: "Non abbiamo parole che possano lenire il dolore lancinante dei genitori. Siamo vicini alla famiglia e a tutto il personale coinvolto."
Un paese in preghiera
La parrocchia di Soci si è subito mobilitata. Il parroco, don José, ha convocato una preghiera comunitaria alle 21, seguita da una fiaccolata per le vie del paese, in segno di vicinanza alla famiglia e di partecipazione al dolore. Le bandiere a mezz’asta sventolano già davanti agli edifici pubblici. L’asilo, aperto da 25 anni, resterà chiuso almeno fino alla prossima settimana, in attesa degli sviluppi dell’inchiesta.
“Serve chiarezza, la sicurezza dei bambini è una priorità”
La tragedia ha suscitato reazioni anche a livello politico. L’aretina Maria Elena Boschi, ha espresso cordoglio e sottolineato la necessità di indagare a fondo: "Oltre al dolore, c’è il dovere di fare chiarezza su quanto accaduto. La sicurezza dei più piccoli deve essere una priorità assoluta. Ogni scuola, ogni luogo educativo, deve essere un posto sicuro."
Un dolore che travolge il Casentino
È il lutto più grande che il
Casentino ricordi negli ultimi anni. Una morte assurda, impossibile da accettare, che ha colpito il cuore stesso della comunità, quella infanzia che tutti pensano protetta nei luoghi dell’educazione e del gioco.