Martelli e bombe carta: in piazza i "colletti bianchi della violenza. Meloni: "Intollerabile"

Scene incredibili si sono viste a Roma durante la manifestazione per la Palestina non autorizzata dal Viminale: 5 gli arresti finora effettuati. 30 i feriti tra le forze di polizia

Martelli e bombe carta: in piazza i "colletti bianchi della violenza. Meloni: "Intollerabile"
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Le immagini viste a Roma non sono degne di un Paese civile. Quando la manifestazione è stata dichiarata chiusa dagli organizzatori, le frange facinorose che si trovavano in piazza hanno deciso in autonomia di cercare lo scontro con la polizia, armati anche di martelli. Ne è nata una violenta scena di guerriglia urbana, con intenso lancio di oggetti contro le forze dell'ordine. Sono stati divelti pali della segnaletica stradale da usare come arieti, lanciati sampietrini contro gli agenti e spruzzato spray urticanti. Non sono mancati lanci di bombe carta contro la polizia, che solo quando sono arrivati i rinforzi ed è stato attivato l'idrante ha potuto rispondere e caricare.

Sono riusciti perfino a strappare dalle mani manganelli e scudi agli agenti schiacciati contro i mezzi blindati. Sono 30 gli agenti che sono rimasti feriti. Solidarietà anche dal premier Giorgia Meloni: "Esprimo la piena solidarietà, mia e del Governo, alle Forze dell'ordine, insultate e aggredite da sedicenti "manifestanti" che usano ogni pretesto per sfogare la loro assurda violenza. È intollerabile che decine di agenti vengano feriti durante una manifestazione di piazza".

Deciso anche l'attacco di Matteo Piantedosi, che ha telefonato al capo della polizia, Vittorio Pisani, per dare la sua solidarietà, sottolineando "l'operato delle forze di polizia che, come sempre, hanno dimostrato grande professionalità ed equilibrio garantendo l'ordine pubblico in una giornata complessa, in cui non sono mancate gravi intemperanze da parte di chi è sceso in piazza anche utilizzando armi improprie e bombe-carta per aggredire gli agenti e causare danneggiamenti". Dal Viminale sottolineano che "da quanto avvenuto oggi a Roma arriva la conferma della fondatezza delle ragioni poste alla base del divieto emesso dalla questura di Roma". Quindi, spiegano che "il primo fattore critico era rappresentato dagli infiltrati intenzionati a utilizzare una numerosa manifestazione per confondersi all'interno di un corteo più ampio e attaccare obiettivi sensibili oltre che le forze di polizia, come poi effettivamente avvenuto a piazzale Ostiense".

"Nel corso della manifestazione pro Palestina, nonostante il divieto della questura di Roma a tenerla, si sono verificati gravi scontri tra un gran numero di partecipanti e le forze dell'ordine. Scontri avvenuti nell'ambito di un evento vietato per motivi di ordine pubblico, nel quale gruppi di violenti e teppisti si sono facilmente infiltrati, adottando le consuete tecniche di mimetizzazione", ha dichiarato Enzo Letizia, segretario dell'Associazione nazionale funzionari di polizia. "Questi individui si sono nascosti tra i manifestanti per poi scatenare atti di violenza, provocando scontri e cercando di trascinare con sè parte della folla. Il loro obiettivo provocare e aggredire le forze dell'ordine", ha proseguito.

"Non possiamo ignorare il ruolo di quei professionisti del disordine che, in modo subdolo, alimentano un antagonismo estremo sul web e strumentalizzano queste manifestazioni per diffondere la loro propaganda. Sono i 'colletti bianchi' della violenza", scrive ancora Letizia esprimendo solidarietà ai colleghi che oggi hanno dovuto subire estrema violenza da parte dei manifestanti. "È indispensabile che, di fronte a simili scenari, tutte le forze politiche si impegnino a condannare con fermezza ogni forma di violenza e strumentalizzazione, senza ambiguità o giustificazioni. La sicurezza pubblica è un valore che va difeso con responsabilità e coerenza", ha concluso. Ancora non è stato reso noto il bilancio degli agenti che sono rimasti feriti negli scontri.

Dello stesso avviso il sindacato Unarma: "Quanto accaduto oggi è semplicemente inaccettabile. Non possiamo che pensare a chi, giornalisti e politici, ha alimentato le polemiche quando si è deciso di negare l’autorizzazione a questa manifestazione. La politica non può e non deve prestarsi al gioco di chi, per fare opposizione, legittima l’azione di delinquenti che trasformano le piazze in scenari di guerra".

Ora, dicono dal sindacato, "aspettiamo con interesse le dichiarazioni di chi, come sempre, tenterà di giustificare questi atti di violenza, scaricando colpe sulle forze dell’ordine, che ogni giorno difendono cittadini e istituzioni con sacrificio e dedizione".

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Avatar di mina2612 mina2612
6 Ott 2024 - 13:31
Qualcuno dica al premier Meloni che è una sua facoltà e dovere emettere i Decreti Legge propositivi, e abrogativi nei confronti delle leggi emesse dai pdioti quando erano al governo, affinchè tutte le FF.O. possano svolgere il loro lavoro per cui sono stati assunti, che sarebbe il medesimo esistente su tutto il pianeta, ossia difendere e tutelare i cittadini e la cosa pubblica.
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Avatar di Piffo63 Piffo63
6 Ott 2024 - 11:57
Manifestanti? No, delinquenti. Delinquenti di professione e pure vigliacchi perché aggrediscono, spaccano e devastano ben travisati in faccia per non farsi riconoscere.

La cosa inaccettabile è che questi delinquenti vigliacchi non pagano mai per le loro devastazioni e in tanti li difendono, mentre, se un poliziotto si difende con una manganellata, ci sono schiere di personaggi pronti a blaterare di polizia violenta, di regime di stato, di fascismo.
Avatar di scurzone scurzone
6 Ott 2024 - 12:31
@Piffo63 A dire il vero nessuno li difende, almeno stavolta. Sono un'accozzaglia di delinquenti.
Avatar di mina2612 mina2612
6 Ott 2024 - 13:31
Qualcuno dica al premier Meloni che è una sua facoltà e dovere emettere i Decreti Legge propositivi, e abrogativi nei confronti delle leggi emesse dai pdioti quando erano al governo, affinchè tutte le FF.O. possano svolgere il loro lavoro per cui sono stati assunti, che sarebbe il medesimo esistente su tutto il pianeta, ossia difendere e tutelare i cittadini e la cosa pubblica.
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