da Roma
Forse è il caso di partire dalle parole di Antonio Pennacchi, l'autore de Il fasciocomunista: «Quelli sono ragazzi normali esattamente come te od i tuoi figli. Se li incontri per strada - a uno a uno - sono capaci di darti anche l'anima, se ti serve».
«Quelli» sono gli impresentabili, i ragazzi dell'estrema destra che si fa finta di non vedere. «Quelli» sono i giovani militanti che, ad esempio, ogni anno si radunano nei Campi d'Azione della formazione politica Forza Nuova, capitanata da Roberto Fiore, nel solco degli storici Campi Hobbit in cerca d'un'identità. Che passa anche attraverso la musica cosiddetta alternativa di gruppi come gli Hobbit o i Legittima offesa con un rock che definiscono identitario. I titoli delle canzoni, da Botte a tutti a White Power, non lasciano spazio a dubbi sulla loro poetica.
Ma, se non si vuole rimanere a una conoscenza superficiale del fenomeno, dal 3 aprile sarà disponibile in tutte le librerie, pubblicato da Feltrinelli Real Cinema, il dvd Nazirock (sottotitolo «il contagio fascista tra i giovani italiani»), interessante documentario di Claudio Lazzaro, ex giornalista del Corriere della Sera che da qualche anno ha fondato una sua casa di produzione (la Nobu, da «no budget») con cui ha già realizzato Camicie verdi sulla Lega Nord. «Uso come filo conduttore la musica rock - spiega il regista - perché voglio parlare soprattutto ai ragazzi. In questo viaggio ne ho incontrati tanti che non sanno nulla. Non hanno occhi cattivi, ma sono pronti a fare - a rifare - cose molto cattive. Perché non conoscono la storia».
In un misto di revisionismo male assimilato, miti mussoliniani fondanti (ad esempio la canzone Claretta e Ben dei 270bis capitanati dall'attuale senatore Marcello De Angelis) e, soprattutto, farneticazioni antisemite (curiosamente simili anche nei gruppi di estrema sinistra in chiave filopalestinese) che cercano di ridimensionare l'Olocausto.
Di fronte a questo abisso, non possono che essere punti fermi, inequivocabili, le immagini finali di Nazirock che mostrano appunto i corpi straziati degli ebrei dei campi di concentramento. Punto e a capo.
Insieme al film, che verrà proiettato la sera del 2 aprile al cinema Anteo di Milano e dal 4 a Roma al Politecnico Fandango, è allegato un altrettanto interessante volume che raccoglie, tra gli altri, i contributi di Furio Colombo e Antonio Pennacchi (dal cui saggio Si fa presto a dire fasci. Che ne sai tu del lupo cattivo?, come sempre positivamente spiazzante, abbiamo tratto le frasi iniziali di questo articolo).
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