La ’ndrangheta non aspettava il 2015

Se io fossi un delinquente interessato agli appalti pubblici, coi tempi che corrono e con le intercettazioni che galoppano, non farei mai, al telefono, il nome di un politico o di un funzionario corrotti e disposti a darmi una mano. Nel caso in cui io venissi scoperto e arrestato, il politico e il funzionario potrebbero continuare ad aiutare la mia organizzazione e io potrei comunque giocarmi i loro nomi con i pm che, in qualsiasi procura lavorino, si sa che sono sempre sensibilissimi agli esponenti della nomenklatura, soprattutto se appartengono all’area di centrodestra.
Perciò mi meraviglia sempre leggere le intercettazioni di esponenti anche di spicco di mafia, camorra e ’ndrangheta che parlano tranquillamente con i loro cellulari tirando in ballo l’assessore Tizio, l’onorevole Caio o il sottosegretario Sempronio. Stupidità? Incoscienza? Un illimitato senso di onnipotenza che li porta a pensare che nessuno potrà mai fermarli e che nulla potrà mai accadergli? Non lo so, non lo capisco. E rimango perplesso.

Detto ciò e augurandomi che politici e funzionari tirati in ballo dagli uomini della ’ndrangheta che volevano mettere le mani sugli appalti di Expo 2015 (evidentemente i mafiosi sono gli unici rimasti a Milano a nutrire speranze(...)

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