Cronaca locale

'Ndrangheta, nuovo dissequestro di beni: «Dal gip motivazioni solo apparenti»

Per la quinta volta il tribunale del Riesame boccia la decisione del giudice per le indagini preliminari: «Si è limitato a richiamare la richiesta del pm»

«Motivazione solo apparente, il gip si è limitato a richiamare la richiesta del pm». Con queste parole il Tribunale del Riesame di Milano ha deciso un altro dissequestro, il quinto, di beni che erano stati bloccati dal giudice per le indagini preliminari Andrea Ghinetti su istanza della procura nell'ambito dell'inchiesta che a luglio aveva portato all'arresto di 180 presunti appartenenti alla 'ndrangheta nell'operazione «Infinito» che approderà in aula nel processo con rito immediato fissato al prossimo 11 maggio. Il gip aveva sequestrato un appartamento a Bollate acquistato dall'imputato Pietro Francesco Panetta, tuttora detenuto, per 121.206 euro, qualificando la compravendita come sproporzionata rispetto ai redditi dichiarati. «La motivazione addotta è solo apparente - scrive il Riesame - posto che si limita ripetere il testo della norma senza fornire dimostrazione che il giudice abbia preso cognizione del contenuto sostanziale del provvedimento di riferimento, le abbia meditate e ritenute coerenti con la sua decisione. In particolare non esiste alcuna indicazione personalizzata, ma tutte le posizioni vengono ricomprese in una unica apodittica motivazione». Per il Riesame il povvedimento di sequestro deciso dal gip su richiesta del pool coordinato dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini «risulta affetto da nullità insanabile».

Nel motivare il dissequestro si fa notare infine che il gip «ha finito per compromettere il ruolo e la funzione del Tribunale del Riesame che come organo di impugnazione è chiamato ad operare un controllo di secondo grado di legittimità e di merito e non può supplire con proprie, autonome e originali argomentazioni a quelle assolutamente carenti nell'ordinanza».

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