’Ndrangheta, ora si punta a uno strano affare con un politico

L’operazione dei carabinieri e della Dia che ha portato in carcere 300 affiliati alla mafia calabrese si intreccia con altre indagini. Fascicoli in mano alla procura di Monza e ai finanzieri del Gico, e che hanno molto a che fare con l’inchiesta del procuratore aggiunto Ilda Boccassini. In quelle carte, infatti, compaiono i nomi dei fratelli Ignazio e Natale Marrone, e di Pio Candeloro, arrestati nel maxi-blitz di martedì. Ma già nel mirino dei magistrati monzesi per un’altra vicenda. Un finanziamento sospetto, che ai pm sa molto di tangente. L’ipotesi investigativa è che 220mila euro siano stati pagati - e in contanti - dai fratelli Marrone a un politico della Regione per un’operazione immobiliare a Desio.


Dalle carte, emerge anche che a Candeloro venne chiesta «un’azione violenta nei confronti di Rosario Perri», già presidente del parco delle Groane e all’epoca capo area tecnica del settore edilizia privata nel municipio brianzolo. Candeloro rifiutò. E lo fece perché Perri «è appoggiato da persone di rispetto».

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