(...) a chi non ha perso il posto o è in cassa integrazione» e chiama in causa «i ripetuti inviti del cardinale Tettamanzi ad adottare uno stile di vita più sobrio».
Ma Terzi ha preferito dare ascolto agli appelli che da settimane gli rivolgono le associazioni di via, singoli negozianti e ieri anche Confesercenti, che con una lettera ha chiesto al Comune di concedere lapertura sabato «come una risposta straordinaria alla crisi» che «impone anche dei sacrifici, e il mondo del commercio è disposto a farli». Confesercenti «non vuole il valore universale della Festa del lavoro, ma l'eccezionalità della congiuntura negativa impone anche scelte nuove ed originali».
Prima ancora di conoscere la linea dellassessore Terzi, che era ancora impegnato nella serrata trattativa con i sindacati, ieri pomeriggio il sindaco Letizia Moratti «a titolo personale» si è detta «in linea di principio non contraria allapertura, mi sembra che rientri nella sfera dei diritti e della libertà di impresa. Se i commercianti ritengono che soprattutto in questo momento di crisi possa essere daiuto, credo che vadano assecondati». Incassa il no di Cgil, Cisl e Uil, ma tira dritto lassessore e definisce «comunque positivo il confronto con i sindacati». Oggi deciderà col sindaco, ma va verso il via libera. Anche se «sorprende che la giornata del Primo maggio venga vissuta in modo diverso a Milano rispetto a città come Torino o Genova con sindaci di un altro colore. Se non hanno espresso un chiaro consenso, lì però i sindacati non si sono fatti sentire, la deroga è passata sotto silenzio, qui invece la solita levata di scudi».
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