Negozi, troppe licenze: il Comune alza i paletti per bloccare il far west

Premi e sanzioni per i locali della movida. Fino alla sospensione dei dehors per quelli che disturbano la quiete pubblica. Ancora: una quota di posti auto obbligatori che ristoranti e discoteche dovranno mettere a disposizione dei clienti. Chi non può garantire i parcheggi, si scorda la licenza. Il Comune alza i paletti per frenare quello che l’assessore alle Attività produttive Giovanni Terzi definisce ormai senza mezze misure «un far west». Lo strumento per contenere le aperture a tappeto di bar e locali - spesso uno di fianco all’altro - si chiama Regolamento dei pubblici esercizi. Un testo rimandato già da 4 anni ma che finalmente dovrebbe essere approvato dalla giunta entro la fine di luglio. Anche se l’assessore Terzi alza le mani: «Scordiamoci che possa risolvere la situazione, inserendo nuovi obblighi sui parcheggi daremo un elemento nuovo di contingentamento, forse freneremo in qualche modo l’eccesso di aperture. Ma il problema vero è la concentrazione di certi tipi di merceologie tutte in determinati quartieri, che non sono quasi mai in periferia. Ma ci vuole un intervento a livello nazionale». Altrimenti, regole comunali troppo strette rischiano di scontrarsi immediatamente con i ricorsi da parte dei commercianti bocciati.


Nel mirino c’è la legge Bersani, che secondo Terzi «va rivista, scriverò formalmente una lettera al governo per chiedere di riprenderla in mano e mettere uno stop alla liberalizzazione selvaggia. Si imponga almeno una distanza minima tra stessi tipi di merceologie. E licenze meno facili per parrucchieri o centri estetici».

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