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Nei teatri milanesi va in scena la crisi (ma con il pienone)

Il teatro Elfo Puccini festeggia oggi il suo primo compleanno. Il 6 marzo del 2010 infatti la compagnia dell'Elfo inaugurava il rinnovato palcoscenico del Puccini con un fluviale allestimento di Angels in America, lo spettacolo più eclatante, più emblematico e forse più riuscito del suo odierno repertorio. Per celebrare l'anniversario, il teatro di corso Buenos Aires ha organizzato una fitta mattinata di eventi che prevede alle 10.30 una visita guidata alla struttura, alle 11.30 i saluti della direzione artistica e delle autorità, alle 12 le letture di Ferdinando Bruni, Umberto Orsini, Massimiliano Finazzer Flory e alle 12.30 il taglio della torta. Da questo programma un po' vecchio stile manca solo il momento in cui si scartano i regali, anche se in fondo il dono più significativo è già stato recapitato dal pubblico che, nella stagione 2010-2011, è aumentato del 34 % rispetto a quella precedente. Il dato più impressionante del nuovo Elfo riguarda comunque il numero degli abbonati, cresciuto addirittura del 120%. Si tratta di una cifra con pochi precedenti che però conferma un trend comune ad altri palcoscenici milanesi. Grazie a offerte sempre più convenienti e a formule particolarmente flessibili, i teatri che nella stagione 2010-2011 possono vantare un aumento consistente di abbonati sono parecchi: tra gli altri il Franco Parenti (+60%), il Litta (+30%) e i più piccoli Ringhiera (+40%) e Leonardo (+15%). In termini assoluti il primato degli spettatori che acquistano un biglietto di abbonamento spetta invece al Piccolo, vicino a quota 20.000, seguito dal Manzoni (5.500) e dal Carcano (3.100).
Il buon andamento dei numeri non basta a risollevare il morale degli addetti ai lavori dei palcoscenici milanesi. La scorsa settimana il Carcano ha organizzato un dibattito a cui ha preso parte anche il direttore del settore spettacolo del Comune di Milano, Antonio Calbi, eloquentemente intitolato «Quale sarà il nostro futuro? Le imprese di spettacolo di fronte ai tagli del FUS». Qualche giorno fa inoltre il direttore del Piccolo, Sergio Escobar, ha lanciato l'ennesimo e preoccupato appello a «non lasciar morire il teatro». Che cosa sta succedendo? «Succede - risponde Fiorenzo Grassi, direttore organizzativo dell'Elfo Puccini e presidente della sezione lombarda dell'AGIS - che la crescita degli spettatori è direttamente proporzionale alla diminuzione dei fondi pubblici. A fronte di questi risultati straordinari lo stato ci premierà con un taglio del 38% degli stanziamenti: a tanto ammonta la riduzione del FUS - Fondo Unico per lo Spettacolo del 2011, per il nostro come per gli altri teatri. Vorrei sottolineare che il denaro erogato non è affatto a fondo perduto: l'Elfo riceve complessivamente dagli enti pubblici 1.350.000 e ne restituisce, attraverso le tasse, più di 1.800.000».
A Milano però ci sono anche teatri che dal FUS non ricevono neppure un euro e che possono contare su pochissimo denaro proveniente da strutture pubbliche. Il caso più eclatante è rappresentato dal Filodrammatici che, con molta ironia e con un certo amaro orgoglio, si autodefinisce un «teatro a impatto zero per le istituzioni»: il più storico palcoscenico milanese - fondato addirittura in epoca napoleonica e tuttora ospitato dallo stabile in cui è nato, a pochi passi dalla Scala - fa affidamento unicamente su sponsor privati e sul supporto dell'Accademia dei Filodrammatici, che possiede la sala e la concede agli attuali gestori in comodato gratuito. Altre strutture più periferiche, come il PIM e il Ringhiera, entrambe nei dintorni di Piazzale Abbiategrasso, ricevono fondi che coprono percentuali davvero risicate dei loro bilanci.

A sostenere il PIM - che riceve dal Comune una cifra inferiore al 10% del budget complessivo della sua attività - è da anni un imprenditore privato che, per questa sala di punta della scena off milanese, rappresenta ormai molto più di uno sponsor. Invece il Ringhiera - che riceve da diversi enti pubblici una cifra pari al 20% del suo bilancio - non può contare che sugli spettatori, fortunatamente in netta crescita.

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