Non bastava che i cinquanta libri più importanti degli ultimi dieci anni fossero quelli che ha letto Baricco, che ne scrive ogni settimana su Repubblica. E per carità, buono a sapersi, perché se li ha letti Baricco, rimanendo Baricco, non devono essere libri così importanti, almeno uno sa subito cosa non leggere. Viceversa Gianni Riotta ha appena aperto su Twitter una pagina sugli scrittori sopravvalutati, dove lui, Riotta in prima persona, esordisce dichiarando sopravvalutato Borges, e allora viene subito voglia di andarsi a leggere o rileggere tutto Borges.
È vero che proprio su Twitter recentemente Bret Easton Ellis ha definito David Foster Wallace uno scrittore sopravvalutato, ma anzitutto è Bret Easton Ellis, se lo può permettere. È come Virginia Woolf che stroncò Joyce o André Gide che stroncò Proust, tra l’altro pentendosene entrambi subito. Inoltre Wallace aveva definito American Psycho un romanzo sopravvalutato, quindi è solo un pareggiamento di conti post-mortem tra immortali.
Invece, tornando ai mortalissimi, io ero convinto che Gianni Riotta e Beppe Severgnini fossero la stessa persona ma ho capito che sono due persone diverse perché Severgnini gli ha scritto subito preoccupato: «E se poi succede di rompere un sacco di amicizie, Gianni?», e non è che Riotta si scriva i messaggi da solo firmandoli pure Severgnini, sarebbe veramente pleonastico. E però Riotta si è spaventato del monito dell'alter ego e ha messo immediatamente dei paletti ai suoi followers: «Lasciamo da parte antipatie: Baricco, De Carlo, Saviano e best seller Coelho, Faletti, Brown, Vespa», cioè lasciate da parte i miei amici.
Così i sopravvalutati risultano essere: Proust, Goethe, Manzoni, Joyce, Pennac, la Bibbia, D'annunzio, Svevo, Virgilio, Virginia Woolf, Foster Wallace, Pavese, Busi, Bulkakov, Tolkien, Gadda. Nella lista mancano Kafka e Musil, che però furono già declassati come sopravvalutati da Antonio D'Orrico su Sette, infatti subito andammo a rileggerli, per non diventare mai come Antonio D’Orrico. Riotta ovviamente non c’entra niente, è Twitter, ci tiene a precisare. Lui ha solo stroncato Borges, ma intanto sono i nomi sopra citati sono gli unici che riporta nel suo sunto, mentre in verità i followers citano di tutto, da Concita De Gregorio a Walter Veltroni a Fabio Volo allo stesso Riotta.
Ma attenzione, i followers di Twitter mica ti follow come pecore. FazDeotto si domanda: «Fatemi capire: Riotta legge Borges, non lo capisce (ovviamente), allora lancia una campagna Twitter sugli scrittori sopravvalutati?». Una lettrice che si firma Lettrice si domanda: «Se Borges è nella categoria dei sopravvalutati, allora vogliamo mettere Fabio Volo in quella degli scrittori?». Meriterebbero il Nobel per la letteratura solo per questo, o almeno una cattedra universitaria.
Basti pensare che una cattedra ce l’ha Riotta, a Princeton, e i compiti in classe che dà sono questi, copio e incollo da Twitter: «Compiti per i miei studenti di Princeton: definire concetto di Rete in letteratura new media e social network: Autore come Rete Opera come Rete». Compito 2: «Secondo test di Princeton: proporre case study narrativa online via social network, Twitter, con autori collettivi e crearla insieme in classe». Compito 3: «Se mi mandate vostre idee Definizione Rete-Fiction e Come creare un testo letterario su new media le discuto poi in classe».
Non mancano domande ontologiche, esistenziali, profondissime: «Come condurre questa umanità con felicità sulla rete vincendo i rancori? È il tema di oggi».
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