Archiviata la «questione Bonino» ovvero la scelta del candidato al posto di governatore del Lazio, il Partito democratico torna a guardarsi lombelico. Per stabilire «chi e cosa dice chi e cosa». Per «commentare». Per «sottolineare». Per «fare gli opportuni distinguo». E per agire? Cè tempo. Tanto che lufficializzazione dellappoggio alla Bonino (manco fosse un atto notarile) si compirà solo oggi nel corso dellassemblea degli eletti del Pd laziale. A sinistra, però, cè ancora chi nicchia. Il leader del Prc Paolo Ferrero, ad esempio, resta sul vago a chi gli chiede lumi. Ieri ha incontrato la Bonino nella sede del Partito radicale. Uscendo dal portone di via di Torre Argentina, Ferrero ha superato lassedio dei cronisti con formule come questa: «Ci riserviamo alcuni giorni, sia dal punto di vista di alcune proposte di programma, sia da quello di una ricognizione politica più generale». Più comprensibile il commento della stessa Bonino. «Questo primo incontro è stato interlocutorio - ricorda la candidata del Pd -. Abbiamo passato in rassegna i temi di competenza della Regione come sanità, infrastrutture, sviluppo ed energia riscontrando alcune convergenze ma anche necessità di approfondimenti». «Su una cosa siamo daccordo - conclude Ferrero - non si possono fare programmi di 300 pagine in cui si dice tutto e il suo contrario: per questo il confronto sarà stringente su alcuni temi». Tanto stringente che ancora non ha partorito un programma. Per non parlare di liste, comitati elettorali, e strategie di comunicazione.
Anche gli esponenti di alcune correnti del Pd scalpitano per dare il fuoco alle polveri. Da più parti si chiedono «confronti» e «programmi». Leuroparlamentare Silvia Costa, ad esempio, si sfoga in un articolo pubblicato oggi sul quotidiano Europa. Più che ratificare lappoggio alla Bonino, spiega la Costa, lassemblea ha il dovere e la necessità di parlare di indirizzi, contenuti e «vincoli programmatici». «È stato praticamente annullato - si legge sullex quotidiano della Margherita - il ruolo della dirigenza regionale e vanificato il ricorso alle primarie. Questo ha creato una frattura grave nei rapporti interni».
Il primo tema da campagna elettorale potrebbe essere il nucleare.
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