Controcultura

Nel "Pozzo delle anime" c'è l'angelo della morte

Marcello Simoni è nato a Comacchio il 27 giugno 1975. Fra le sue varie serie di libri, c'è quella delle indagini dell'inquisitore Girolamo Svampa. L'ultimo titolo della quale è "Il pozzo delle anime"

Nel "Pozzo delle anime" c'è l'angelo della morte

Erudizione e fiction, storia e avventura sono i punti cardine della narrativa di Marcello Simoni che ama costruire romanzi d'ambientazione storica ad alto tasso di mistero e suspense. Libri, reliquiari, creature spettrali, biblioteche e abbazie che custodiscono segreti millenari sono al centro dei suoi robusti racconti costruiti con la tecnica del feuilleton, dove il colpo di scena non manca mai. Ogni volta per il lettore è difficile individuare che cosa si sia davvero inventato Simoni e che cosa invece abbia trovato durante le sue ricerche antiquarie, perché la quantità di documenti che analizza e mette in scena è tale da far sprofondare l'immaginario comune in una sorta di Biblioteca di Alessandria che cela manoscritti e testi destinati a cambiare il destino dell'umanità.

Perfetto per muoversi in queste singolari indagini è il personaggio dell'inquisitore Girolamo Svampa, fino a oggi protagonista di quattro romanzi: Il marchio dell'inquisitore, Il monastero delle anime perdute, La prigione della monaca senza volto e il recente Il pozzo delle anime (Einaudi). Quest'ultimo romanzo è ambientato nella Ferrara del 1626 ed è un thriller storico che ricostruisce un periodo in cui iniziarono a diffondersi gli odi nei confronti della ricca comunità ebraica, malvista per la sua potenza economica, ma anche per la sua cultura. Una comunità che venne rinchiusa nel serraglio composto dalle vie dei Sabbioni, Gattamarcia e Vignatagliata fra il 1626 e il 1627. L'inquisitore Francesco Capiferro (preposto alla censura pontificia e responsabile fra le altre cose del processo a Galileo Galilei) ci chiarisce perché per molti come lui l'odio nei confronti degli ebrei e i loro diabolici libri nascesse sostanzialmente dalla paura. Quell'oscura sensazione che portava a riconoscere «nella qabbalah ebraica una fonte di attrattiva enormemente più vasta e complessa di quanto non lo sia la teologia cristiana». Per la Chiesa era fondamentale che i credenti non perdessero le certezze nella propria fede e non sospettassero che ne potesse esistere una migliore, più potente e capace di sostituire i miracoli di Gesù. Proprio per tentare di abbattere queste false credenze e superstizioni, Girolamo Svampa dovrà chiarire che cosa sta accadendo nella capitale estense, in quei luoghi dove il popolino sussurra che si sta aggirando nientemeno che lo spaventoso malach ah-mavet, l'angelo della morte. Ma è un essere soprannaturale o un assassino reale, quello che sta profanando e dilaniando i corpi di molte vittime a Ferrara? Che cosa sta avvenendo nel ghetto in cui è stata rinchiusa la comunità ebraica? Chi si nasconde in mezzo a persone così diverse fra loro come sefarditi, aschenaziti e italkim? Chi potrebbe sperare di evocare nientemeno che una creatura come il golem per vendicare i torti subiti dagli ebrei, facendo uso dei riti cabalistici dell'oscuro Sefer Yetzirah (Il Libro della Creazione portatore di vita ma anche di morte)?

Girolamo Svampa dovrà fare ricorso a tutto il suo coraggio, al suo intuito e alle sue conoscenze esoteriche e necromantiche per venire a capo di un'indagine dai risvolti oscuri, dove a tenergli testa troverà anche un'affascinante donna, Margherita Basile (sorella della celeberrima cantante e musicista Adriana e del favoliere Giambattista, destinato a incarnare lo spirito fantastico del suo tempo con il suo Lo cunto de li cunti).

Fra favola e incubo, Girolamo Svampa dimostrerà ancora una volta che la ragione può comprendere anche il più oscuro degli intrighi e che il male è sempre di origine terrena, non divina, e può essere sconfitto soltanto da quella fede che vince con coraggio la superstizione.

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