«Il teatro? Un'arte fantastica, culturale e anche terapeutica». Così Massimo Dapporto, in scena da martedì 5 fino al 31 gennaio al Teatro Manzoni al fianco di Benedicta Boccoli ne «L'appartamento» di Billy Wilder e I.A.L. Diamond, definisce l'arte da palcoscenico, cogliendone l'esigenza di rinnovamento. Protagonista di un'operazione di svecchiamento del teatro italiano, è lo stesso Dapporto, insieme con Edoardo Erba, a firmare l'adattamento italiano del copione tratto dal film Metro-Goldwin-Mayer del 1960. «Io e Erba abbiamo pensato come sarebbe il panorama cinematografico se ci fossero solo 50 pellicole proposte a rotazione: sarebbe una grande noia. E' un po' ciò che accade in teatro, universo che si è fossilizzato attorno ai soliti copioni, letti e riletti, rifatti e reinterpreati, ma pur sempre quelle storie. Ecco perché io ed Edoardo abbiamo abbracciato la sfida di adattare il successo cinematografico di 50 anni fa, premiato da 5 Oscar». Diretta da Patrick Rossi Gastaldi, la commedia lucida, cinica e amara racconta dell'impiegato ambizioso Bud Baxter che, nella speranza di salire vertiginosamente la scala della carriera, è solito prestare il proprio appartamento ai suoi superiori libertini. Peccato scoprire che l'accompagnatrice del suo capo è Fran Kubelik, la donna dei suoi sogni. «E' evidente che Wilder, nella stesura di questo copione, abbia strizzato l'occhio al teatro avvalendosi di un linguaggio tipicamente scenico, non scarno e ben più nobile di quello cinematografico, elemento fondamentale per uno spettacolo che occorre saper ascoltare. Alle battute di Wilder, ne abbiamo aggiunte altre di base ovviamente comica e incapaci di tradire lo spirito originario». Una lunga carriera quella di Massimo Dapporto, vissuta sulle scene nei ruoli più divertenti, ma anche vestendo i panni di protagonisti di grandi classici: «Quando ho potuto scegliere, ho optato per lavori di Neil Simon, con un occhio di riguardo anche per i testi classici: facendo parte della scuderia di Lucio Ardenzi, uomo al quale professionalmente devo molto, a un certo punto chiesi proprio a lui di tentare con La Coscienza di Zeno di Italo Svevo. Ora, con quest'ultima operazione de L'Appartamento, ho cambiato rotta dirigendomi verso altri traguardi. Daltra parte esistono geni come Kubrick che mantengono la loro credibilità anche cambiando film: e io non ho né pudori né limiti. In Italia ci sono davvero pochi attori comici di prosa, si possono contare forse sulle dita di una mano monca: rendendo onore alla tradizione classica, mi reputo capace anche di fare altro». Massimo Dapporto, figlio d'arte del grande Carlo, seguendo le orme paterne e formandosi come attore di teatro prima, poi di cinema e di fiction tv, continua ad avere un bellissimo rapporto con il padre. «Mi manca molto, ma quando mi guardo allo specchio lo rivedo; del resto, gli somiglio tantissimo sia fisicamente sia caratterialmente». Nei panni di Fran, la ragazza dell'ascensore, Benedicta Boccoli si diverte molto al fianco di un cast davvero speciale: «Lavorare con un grande come Dapporto significa non avere problemi e non correre rischi: è una garanzia. E poi con lui ci si diverte sia sulla scena sia dietro le quinte, dove ci si prende molto in giro». Anche Fran, come Bud, è una donna molto ambiziosa. «Cerca di fare carriera innamorandosi o credendo di essere innamorata del suo capo.
E' una persona perdente, umana, profondamente ambiziosa senza avere coscienza di esserlo, anche se poi, alla fine, seguirà cuore e anima». In un'epoca dove occorre essere belli, famosi e intelligenti, è consolante sapere che esiste ancora qualcuno capace di guardarsi dentro e di ascoltare il cuore.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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