Nell’hotel bruciato adesso albergano soltanto i topi

Nel 1998, circa undici anni fa, in via S. Ambrogio a Voltri un albergo prese fuoco e il proprietario morì fra le fiamme. Dopo un anno di accertamenti, le autorità lasciarono lo stabile a disposizione della vedova, che rinunciò all’«eredità». Dopo alcuni schiarimenti legali, la facciata viene cinta da impalcature di tubi Dalmine, fornendo l’impressione immediata che si dia inizio ai lavori di ristrutturazione ma così non è, il palazzo resta così e nessuno prende mano ai lavori per tutti questi lunghi anni.
L’antico palazzo, parte di una schiera attaccata l’una all’altra, è di proprietà Arte. La facciata guarda in via S. Ambrogio, il retro da in un grande cortile, trascurato regno dei topi dove, piante e alberi crescono spontaneamente fino a diventare selva.
Nel corso degli anni il degrado continua ad aumentare. Intorno al perimetro rettangolare dell’orto si affacciano altri stabili con rispettive finestre dalle quali, come dai loggioni di un teatro, si assiste impotenti al surreale spettacolo della caduta di tegole di ardesia e di pezzi di altro materiale. Quando il vento soffia forte, i frantumi di materiale cadono anche in via San Ambrogio e qui la cosa diventa pericolosa, perché, la strada in oggetto è frequentatissima, allora che si fa? Sempre quel qualcuno mette delle transenne improvvisate, appuntite e pericolose più delle cose che dovrebbero difendere. «We have a dream», abbiamo un sogno, dicono i voltresi: quello di demolire il palazzo e ricavarne una bella godibile piazza. Su sollecito dei cittadini, il capo gruppo Lega Nord, Alessio Piana, il 16 giugno scorso, ha presentato una interrogazione al sindaco Marta Vincenzi, e per avvalorare questo documento, ha promosso una raccolta di firme nel quartiere di via S. Ambrogio di Voltri, che presto consegnerà alla sindaco.


Questa inerzia di interventi, queste indecisioni, questi rebus irrisolvibili, rallentano l’essere e il divenire, non si può, non si deve continuare a questo modo, dice la gente. Dopo undici anni, lo scetticismo verso chi amministra si è ormai impadronito degli abitanti del quartiere che non sanno più a che santo rivolgersi.

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