Politica

Nell’Unione è l’ora del tutti contro tutti

Roma - Divisa tra difesa del governo e difesa di Emergency l’Unione si scopre in stato confusionale sul caso Mastrogiacomo, di fronte all’arresto a Kabul del collaboratore di Gino Strada, Rahmatullah Hanefi.
A provocare i maldipancia, soprattutto nella sinistra estrema e pacifista, è innanzitutto l’intervista al Corriere della Sera del sottosegretario agli Esteri Gianni Vernetti (Dl) che non solo attacca Strada che «vive in un mondo alla rovescia», ma parla di «irrobustire» il contingente militare a Kabul, provocando le proteste di chi vuole il ritiro delle truppe.
«La richiesta sconcerta - dice il responsabile Esteri del Pdci, Jacopo Venier - perché contraddittoria con l’asserita pacificità della nostra missione». Accusando Vernetti di «atteggiamenti provocatori e controproducenti», Venier dice di non chiederne le dimissioni solo nella speranza che «lasci la Farnesina» rispondendo all’invito del premier Romano Prodi ai senatori con il doppio incarico.
L’altro fatto che fa esplodere i contrasti nella maggioranza è l’intervista, sempre sul Corriere, del capo dei servizi segreti afghani, che accusa Hanefi e tutta Emergency di «fiancheggiare» i talebani e Al Qaida. Per Giovanni Russo Spena del Prc sono dichiarazioni «gravissime e provocatorie» e il governo italiano non può avallare accuse «assurde, tanto gravi quanto infondate», ma dovrebbe accertare se è questa la posizione dell’esecutivo Karzai e impedire la «catastrofe umanitaria» che provocherebbe la chiusura delle strutture di Emergency in Afghanistan. Il governo Prodi, per Elettra Deinana del Prc, deve rispondere alle accuse dell’intelligence afghana. Sono «strumentali e pericolose», dice Severino Galante del Pdci e ricorda al presidente Karzai che il suo governo «sopravvive stentatamente solo perché sorretto da truppe straniere, italiane comprese». Questo personaggio è «assai discutibile», insiste Manuela Palermi, capogruppo Verdi-Pdci al Senato. E il Ds Massimo Brutti sottolinea che Mastrogiacomo è vivo per «gli sforzi italiani e quelli di Strada».
Nello stesso centrosinistra e addirittura negli stessi partiti che si ergono a paladini di Emergency, però, c’è anche insofferenza per l’attacco a testa bassa di Strada non solo all’esecutivo di Kabul, ma anche a quello italiano. «Il governo non merita il giudizio tranciante e le accuse rivoltegli, anche da Strada, in queste ultime ore», dice il viceministro degli Esteri ed esponente del Prc Patrizia Sentinelli, assicurando che si sta facendo il possibile per far liberare Hanefi e raccomandando di abbassare i toni delle polemiche.
Le fa eco l’altro viceministro degli Esteri, Ugo Intini dello Sdi, raccomandando una linea di riservatezza. Per lui, Strada «dice cose che non dovrebbe dire, poi magari ritratterà». Lo fa, minimizza, perché è un «uomo esasperato che vede in pericolo un suo collaboratore». Anche il segretario del Prc, Franco Giordano, commenta gli attacchi di Strada dicendo: «Comprendo il momento di tensione in una situazione difficile». Invita a lasciare da parte polemiche «strumentali e sgradevoli» della Cdl e ad impegnarsi per la liberazione di Hanefi, e per accelerare i tempi della conferenza di pace.
La gestione del governo del rapimento dell’inviato di Repubblica è stata «trasparente e limpida» per il leader della Quercia Piero Fassino. Ma è sbagliato voler sapere tutto sulla vicenda, perché questo metterebbe a rischio «la sicurezza di chi ha partecipato alla sua liberazione». Quanto all’invito di Silvio Berlusconi a placare le polemiche, va «nel senso della responsabilità» anche se avrebbe dovuto farlo prima, «invece ha lasciato che per due giorni si scatenasse una canea provinciale, meschina e inaccettabile». Sono in molti nella maggioranza ad apprezzare le parole del leader di Fi. Di «buon senso», per il ministro Udeur della giustizia Clemente Mastella. «Un passo avanti», per Nello Formisano dell’Idv. La Cdl segua il suo invito, esorta il ministro Verde Alfonso Pecoraro Scanio.

Ma anche sulla commissione d’inchiesta ci si divide: mentre altri mostrano disponibilità, Gennaro Migliore del Prc afferma che «non serve».

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