Nella Fiera in rosso stipendi moltiplicati per 5

Il deficit sfiora i 6 miliardi, ma il gettone per il cda aumenta da 100 a 500 euro

Nella Fiera in rosso  stipendi moltiplicati per 5

da Firenze

C’è una Fiera alle prese con un maxideficit di 5,7 milioni di euro, il cui nuovo consiglio d’amministrazione invece di concentrarsi sul rilancio ha pensato bene - per prima cosa - di aumentarsi lo stipendio. Succede nella rossa Firenze dove il numeroso cda, composto da 17 membri (la Fiat ne ha 15), della società che gestisce il polo espositivo della Fortezza da Basso si è votato l’aumento del gettone da 100 a 500 euro. Denaro che sale a 8.750 euro annuali per i sette consiglieri che fanno anche parte del neonato comitato esecutivo (giudicato indispensabile perché è difficile governare una società con 17 membri nel cda). Per il consigliere delegato Alberto Bruschini sono pronti 50mila euro l’anno, mentre al presidente Alberto Bianchi spetteranno 22.500 euro. Stipendi che sommati tutti insieme fanno sforare il tetto di 100mila euro previsto inizialmente dai soci pubblici, Regione Toscana e Comune di Firenze in testa.
Gli aumenti sono stati votati il 29 luglio scorso nella prima seduta del nuovo cda, con la sola contrarietà dei due esponenti in quota Cdl, e per diventare efficaci devono essere ratificati dall’assemblea dei soci, fissata per il 16 novembre.
Nel frattempo la società, che nell’ultima settimana ha perso a vantaggio di Milano una delle sue manifestazioni di punta, Prato expo, non ha avuto pace. Il sindaco di Firenze, il diessino Leonardo Domenici, ha sfiduciato il presidente Alberto Bianchi (di area Margherita) appena riconfermato dalla Regione Toscana guidata da un altro diessino, Claudio Martini; la Digos ha visitato a più riprese la sede della Fiera per acquisire i documenti contabili e per indagare su alcune operazioni immobiliari condotte negli ultimi anni; tre avvocati e un ingegnere scelti dal consigliere delegato stanno ultimando una relazione sui coni d’ombra della società che sarà presentata nel prossimo cda e che si preannuncia esplosiva. In particolare per la progettazione di un auditorium senza l’ok dell’amministrazione comunale e della Soprintendenza (atto necessario trattandosi di area vincolata).
Insomma, un vero e proprio caos che però non ha impedito al presidente Bianchi di confermare la richiesta dell’aumento degli stipendi. Ma sulla proposta i soci, per ora, si dimostrano piuttosto tiepidi, preoccupati soprattutto dalla inevitabile ennesima ricapitalizzazione, che naturalmente sarà fatta con danari pubblici.
In una lettera il presidente della Fiera ha spiegato che, in realtà, si stanno risparmiando soldi. «Il costo totale omnicomprensivo di cda, comitato esecutivo e consigliere delegato, calcolando sei adunanze all’anno è pari a 146.250 euro, senza corresponsione di alcun rimborso spese e indennità - ha spiegato Bianchi -. Nel precedente mandato del cda l’onere relativo agli emolumenti di consiglio, amministratore delegato e direttore generale era pari a 400mila euro. La proposta avanzata ai soci dal cda per l’assemblea del 16 novembre prevede, dunque, un risparmio complessivo di 250mila euro rispetto alla precedente gestione», di cui Bianchi era sempre presidente.

E conclude: «Trattandosi di un proposta del cda, essa può essere dall’assemblea dei soci approvata, respinta o rinviata». Una considerazione ovvia che però non spiega come mai il cda, invece che di stipendi, non si occupi del rilancio di una società che stenta pur «vendendosi» insieme a un nome, quello di Firenze, noto in tutto il mondo.

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